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Regeni, depistaggi e torture

La procura di Roma svela i tentativi delle autorità egiziane di insabbiare le indagini sulla morte del ricercatore italiano e le violenze da lui subite

  • 18 dicembre 2019, 08:22
  • 9 giugno 2023, 19:51

RG 07.00 del 18.12.2019 - La corrispondenza di Anna Valenti

RSI Info 18.12.2019, 08:20

  • Reuters
Di: ANSA/Reuters/EnCa

La procura di Roma che indaga da tre anni sul rapimento e l'omicidio di Giulio Regeni, ha rotto gli indugi e davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte del ricercatore italiano, trovato senza vita il 3 febbraio del 2016, ha denunciato i tentativi di insabbiare le indagini messi in atto da alti funzionari delle forze di sicurezza del Cairo e le torture cui è stato sottoposto Giulio per giorni, “in più fasi”.

Si tratta di un vero atto d'accusa agli apparati egiziani e in particolare alla National security, i servizi di sicurezza interna. L'autopsia svolta in Italia ha infatti dimostrato che le sevizie sono avvenute tra il 25 e il 31 gennaio e i medici legali hanno riscontrato varie fratture e ferite compatibili con colpi sferrati con calci, pugni, bastoni e mazze. Il giovane è morto, presumibilmente il 1° febbraio, per la rottura dell'osso del collo.

Secondo le autorità italiane Regeni è stato tradito sia da chi frequentava, sia da chi lo aiutava nelle sue ricerche universitarie, ossia un sindacalista degli ambulanti e l’amica Noura Wahby che lo aiutava nelle traduzioni.

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