Reporter russo ucciso in Ucraina

Rostislav Zhuravlev, giornalista dell’agenzia stampa statale russa RIA, è stato ucciso vicino a Zaporizhzhia (Ucraina) in quello che secondo il ministero della difesa russo è stato un attacco deliberato delle forze di Kiev con bombe a grappolo. Feriti anche altri tre reporter. In un secondo incidente un collaboratore ucraino della Deutsche Welle (il canale pubblico internazionale della Germania) è rimasto ferito da munizioni a grappolo in un attacco russo che ha ucciso un soldato ucraino. La sua vita non è in pericolo.

La portavoce del ministero degli esteri russo Maria Zacharova ha parlato della morte di Zhuralev come di un attacco terroristico deliberato ed ha promesso che i responsabili saranno puniti, compresi quelli che hanno fornito tali armi. Da parte ucraina non ci sono commenti.

La fornitura da parte USA alle forze ucraine di bombe a grappolo - vietate da una convenzione ONU a cui molti Stati hanno aderito - rimane oggetto di controversia: Kiev ha promesso di usarle solo per disgregare concentrazioni di truppe nemiche sul suo territorio. Washington afferma che vengono impiegate correttamente e che non è possibile evitarne l’uso, visto che la Russia già le impiega.

Ripreso il traffico ferroviario in Crimea

È tornato alla normalità il traffico ferroviario nel distretto della Crimea oggetto di un attacco di droni ucraini contro un deposito di munizioni russo. Nell’azione è stato distrutto anche un deposito di petrolio, afferma Kiev. Anche il traffico sul ponte di Kerch, in Crimea, è stato riaperto, ma la situazione nella regione rimane molto tesa.

Gli attacchi russi si concentrano invece su Kupiansk, Lyman, Bakhmut e altre località. In tutto, secondo il bollettino militare ucraino, ci sono stati oggi oltre 30 attacchi. Nel distretto di Sumy una persona è stata uccisa e altre quattro sono rimaste ferite.

Lukashenko vede Putin domenica

Il presidente della Bielorussia è a Mosca dove vedrà domani il suo omologo russo per un incontro incentrato sullo sviluppo delle relazioni di partenariato. Lukashenko ha giocato un ruolo molto importante nella recente crisi legata alla rivolta del gruppo paramilitare Wagner guidato dall’ex amico fedele di Putin Yevgeny Prigozhin. Ancora ieri Putin ha difeso la Bielorussia dagli attacchi verbali della Polonia (che denuncia un aumento dei rischi per la sua sicurezza a causa della presenza dei miliziani Wagner in Bielorussia). Il capo del Cremlino ha ricordato a Varsavia che “i territori occidentali della Polonia sono un regalo di Stalin”.

In Bielorussia si troverebbe Prigozhin, il quale - pur formalmente libero - dopo il fallito ammutinamento ha ridotto di molto la sua presenza sui social e gli attacchi ai vertici militari.

Intanto Igor Girkin, un altro nazionalista che come Prigozhin era apertamente critico di Putin e della “mollezza” dei vertici militari, è stato formalmente incriminato per incitazione all’estremismo dopo essere stato arrestato venerdì a Mosca dall’FSB, i servizi segreti per cui un tempo lavorava. Cinquantadue anni, ex comandante che ha giocato un ruolo importante nell’annessione della Crimea da parte russa nel 2014, Girkin si era riciclato in blogger e analista militare, creando nel maggio scorso un “club di patrioti arrabbiati” che denunciava le inefficienze della difesa. Girkin è anche ricercato come criminale di guerra dopo essere stato condannato in contumacia dalla giustizia olandese per l’abbattimento del volo Amsterdam-Kuala Lumpur MH17 della Malaysia Airlines sui cieli ucraini nel 2014, tragedia in cui morirono 298 tra passeggeri e membri dell’equipaggio.