Mondo

Russia: cosa cambia dopo Prigozhin

La crisi rientrata sabato sera ha segnato un duro colpo per la leadership di Putin e avrà inevitabili riflessi sugli sviluppi della guerra in Ucraina

  • 25 giugno 2023, 15:11
  • 8 luglio 2023, 10:56
Da Rostov sul Don i combattenti di Wagner sono ripartiti nella notte, salutati da applausi e dal calore della popolazione

Da Rostov sul Don i combattenti di Wagner sono ripartiti nella notte, salutati da applausi e dal calore della popolazione

  • keystone
Di: ARi

Sembra tornare la calma in Russia dopo la fine dell'insurrezione contro i vertici di Mosca lanciata dal gruppo paramilitare Wagner. I miliziani si sono ritirati dalle regioni di Voroneh e Lipetsk, a sud della capitale russa, nonché da Rostov. Proprio in questa città, centro nevralgico per la conduzione delle operazioni militari russi in Ucraina, la partenza dei miliziani è stata accompagnata da calorosi applausi da parte dei civili. Intanto non si sa dove si trovi attualmente il capo di Wagner Yevgeny Prigozhin, il quale, sulla base dell'accordo raggiunto ieri, dovrà andare in Bielorussia e non subirà perseguimenti per la rivolta da lui promossa.

Il risveglio di Mosca

Telegiornale 25.06.2023, 12:30

Ma cosa cambia in Russia dopo una crisi interna così inedita? Vladimir Putin ne esce certamente indebolito. Il capo del Cremlino, alle prese con una ribellione che ha avuto corso senza praticamente incontrare resistenza, ha dimostrato di non essere più l'unico detentore della forza nel suo Paese. L'azione degli insorti, che prima dell'ordine di retrocedere erano arrivati ad appena 200 chilometri da Mosca, ha anzi evidenziato vulnerabilità fin qui insospettate per l'apparato militare e di sicurezza su cui si regge il suo potere. Ed è verosimile che in avvenire il presidente dovrà accettare compromessi per garantire la stabilità di ciò che, in Russia, è ormai da tempo assimilabile ad un vero e proprio regime.

Telegiornale

Telegiornale 25.06.2023, 12:30

Yevgeny Prigozhin, per quanto confinato in Bielorussia, continuerà comunque a rappresentare una chiara insidia per il potere di Putin. E non potrebbe essere altrimenti dopo l'esito di un colpo di forza che ha fatto tremare il Cremlino e che è rientrato, almeno in apparenza, solo dopo una riuscita mediazione da parte di Alexander Lukashenko. La spettacolarità di questa sfida a Putin, tanto più clamorosa quanto più si considera che Prigozhin era considerato vicinissimo al presidente, ha lasciato certamente il segno. E alimenta l'idea per cui la rivolta, lungi dall'esser stata un'azione individuale del solo Prigozhin, abbia in realtà beneficiato di importanti sostegni e complicità nelle sfere del potere militare e civile.

Ma è in relazione alla guerra in Ucraina che si infittiscono ora gli interrogativi. Va da sé che quanto accaduto avrà inevitabili effetti anche sull'iniziativa militare delle forze russe. Ma in che misura, ora, i combattenti di Wagner continueranno a sostenerle? Intanto l'Ucraina ha saputo approfittare della crisi e, nel quadro della controffensiva in atto, sarebbe anche riuscita a liberare territori che erano stati occupati dai filorussi, fin dal 2014, nella regione di Donetsk.

Correlati

Ti potrebbe interessare