Dietro il sabotaggio dei gasdotti russi Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico ci sarebbe un gruppo pro-Ucraina: lo scrive oggi, martedì, il New York Times, sulla base in un rapporto di intelligence consultato da funzionari statunitensi. Il giornale non specifica tuttavia quali siano le evidenze in mano all’intelligence statunitense né l’identità dei sabotatori.
Stando al rapporto, non vi sarebbero inoltre prove dell’implicazione diretta del presidente Volodymyr Zelensky né delle autorità ucraine. Stando al Times, gli autori potrebbero essere oppositori del presidente Putin, probabilmente di nazionalità ucraina e/o russa.
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Le informazioni consultate da Washington inoltre non consentirebbero di trarre conclusioni certe e lascerebbero aperta anche la pista che l’azione sia stata messa a segno a un soggetto terzo ma con possibili legami con il Governo di Kiev e i suoi servizi di sicurezza.
Indagini in merito al sabotaggio sono in corso anche in Germania, Danimarca e Svezia.
Gli investigatori tedeschi non hanno per parte loro trovato ancora prove su chi abbia ordinato e compiuto gli attacchi ma la pista sulla preparazione porterebbe “in direzione dell’Ucraina” scrive Tagesschau, citando una ricerca di ARD, SWE e Die Zeit. Non è però neppure esclusa l’ipotesi dell’operazione cosiddetta “False Flag” (bandiera falsa, ndr.) ovvero condotta da un altro paese facendo in modo che la colpa ricada su un altro Governo.
Le reazioni
“L’Ucraina non è coinvolta in nessun modo nel sabotaggio”, ha affermato in serata il consigliere alla presidenza Mykhailo Podolyak, fra i più stretti collaboratori del presidente Volodymyr Zelensky.
Reagendo alla notizia, il portavoce per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, ha dichiarato che "sull'incidente al Nord Stream ci sono tre inchieste in corso, ancora non si è arrivati ad una conclusione, aspettiamo la fine delle indagini".
"Gli attacchi ai gasdotti Nord Stream hanno mostrato la vulnerabilità delle nostre infrastrutture critiche ma ci sono delle indagini in corso e sarebbe sbagliato speculare sui responsabili sino a che non si sono concluse", ha inoltre affermato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg nel corso della sua conferenza stampa a Stoccolma con il primo ministro svedese Ulf Kristerssen. "La Nato dopo gli attacchi ha raddoppiato la sua presenza militare nel mar Baltico e nel mare del Nord", ha ricordato.
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