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Salvati ma rispediti in Libia

Nave italiana recupera un centinaio di migranti ma non li accompagna in Italia. Le ONG: "Violazione del diritto internazionale"

  • 31 luglio 2018, 21:10
  • 23 novembre, 00:45
01:13

RG 18.30 del 31.07.2018: il servizio di Alessandro Braga

RSI Info 31.07.2018, 20:41

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Di: RG/Bleff 

In Italia continuano le polemiche per le politiche sul versante immigrazione portate avanti dal Governo, in particolare da Matteo Salvini. Ora per il ministro dell'interno arriva l'accusa di aver rispedito in Libia un centinaio di migranti soccorsi da una nave italiana, infrangendo le normative internazionali.

La denuncia arriva da Nicola Fratoianni, deputato di Liberi & Uguali, da giorni a bordo della nave della ONG spagnola Proactiva Open Arms: una nave italiana il cargo mercantile Asso28 avrebbe salvato oltre 100 persone a bordo di un gommone al largo delle coste libiche, ma l’equipaggio, dopo essersi sentito con la sala operativa di Roma e con la guardia costiera libica, invece di accompagnarli in Italia come normalmente fatto in passato in casi del genere, li avrebbe riportati in Libia.

Secondo Fratoianni e alcune ONG che operano nel Mediterraneo, questo sarebbe un fatto senza precedenti e in violazione con il diritto internazionale, il quale garantisce il diritto d’asilo e che non riconosce la Libia come un porto sicuro. In effetti, nessuno dei migranti accompagnati a Tripoli ha avuto la possibilità di chiedere asilo, come previsto dalla legge.

Il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini ha negato il coinvolgimento della guardia costiera italiana nell’operazione, la quale, dal canto suo ha specificato che le operazioni di soccorso sono state coordinate dai libici. Sul caso l’UNHCR ha aperto un inchiesta. “Stiamo raccogliendo le informazioni necessarie per fare luce su quanto accaduto”, ha fatto sapere in una nota l’Alto comissariato dell’ONU per i rifugiati.

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