Pedro Sanchez ha avuto la sua rivincita: battuto alle elezioni del 2015 e del 2016, in cui il partito socialista aveva ottenuto due dei peggiori risultati della sua storia, costretto a dimettersi, tornato alla testa del PSOE nel 2017, premier dal giugno scorso dopo la vittoriosa mozione di sfiducia contro Mariano Rajoy, ma obbligato poi a elezioni anticipate dopo aver visto bocciato il suo primo budget, il 47enne economista ha condotto la formazione di sinistra a un chiaro successo nelle legislative spagnole di domenica. In una prima dichiarazione, ha rivendicato la vittoria e fissato tre priorità: lottare contro le disuguaglianze e contro la corruzione, promuovere la convivenza.
Pedro Sanchez avrà vita dura per formare una maggioranza
Quando a mezzanotte è stato scrutinato il 99% delle schede, i socialisti, con il 28,7% dei voti e 123 seggi sui 350 che contano le Cortes generales, non raggiungono tuttavia la maggioranza necessaria per poter governare, nemmeno con il sostegno di Podemos, che cede una trentina di poltrone rispetto a tre anni fa e con il 14,3% dei suffragi ne mantiene 42. "Lavoreremo a un Governo di sinistra, il blocco di sinistra supera quello delle tre destre", ha detto il capofila di Podemos Pablo Iglesias.
A Sanchez sarà comunque indispensabile ancora una volta anche il sostegno di formazioni nazionaliste o indipendentiste regionali, che lo avevano "tradito" in febbraio. A questo proposito, in Catalogna la sinistra repubblicana di ERC conquista 15 seggi, i Junts pel Catalunya di Carles Puigdemont 7.
A meno che, ma la possibilità era stata esclusa alla vigilia da entrambi i fronti, il premier uscente non scelga di associarsi ai Ciudadanos, terzi classificati della consultazione (15,8%, 57 poltrone). Le trattative per costituire un'alleanza si preannunciano in ogni caso lunghe.
Una disfatta per i popolari
Al secondo posto dietro il PSOE c'è il Partito popolare di Pablo Casado, che va incontro a una vera e propria disfatta, uscendo dalle urne "dimezzato" con il 16,7% delle schede e 66 deputati. I dirigenti del PP hanno attribuito il risultato all'emergere della grande novità di queste elezioni, il movimento di ultradestra Vox, che da un lato ha sottratto loro migliaia di voti e dall'altro ha avuto l'effetto di mobilitare l'elettorato di sinistra.
Un successo per Santiago Abascal
La formazione diretta da Santiago Abascal dopo aver sfondato in Andalusia in dicembre dove aveva contribuito a portare a destra la regione dopo decenni, entra ora anche nel Parlamento di Madrid, più di 40 anni dopo la fine della dittatura di Franco. Fa suoi 24 mandati con il 10,3% delle schede ed "è solo l'inizio", promette il suo leader.
Ultimo dato significativo, quello della partecipazione: secodo il Ministero dell'interno ha votato il 75,41% degli aventi diritto, quasi 9 punti in più rispetto alle ultime legislative del 2016.