Via libera delle forze armate sudanesi ad una tregua di 24 ore a partire dalle 18.00 di oggi e fino alle 18.00 esatte di domani, giovedì 20 aprile, "al fine di agevolare l'assolvimento di esigenze "umanitarie": lo scrive su Facebook l'Ufficio del portavoce dell'esercito.
L'accettazione mira "a facilitare gli sforzi umanitari a condizione che la controparte si impegni a rispettare la tregua", si precisa nel messaggio che viene sintetizzato su Twitter da al-Arabiya affermando: "L'esercito sudanese annuncia di aver accettato una tregua di 24 ore a partire da oggi".
Nel pomeriggio, sempre su Twitter, i paramilitari delle Rsf avevano pure lodo annunciato che "è stata approvata una tregua per un periodo di 24 ore, a partire dalle ore 18 di oggi (...) fino alle ore 18 di domani". "Confermiamo il nostro pieno impegno per un cessate il fuoco completo, e speriamo che l'altra parte rispetti la tregua", veniva aggiunto.
Oltre 270 civili uccisi
Nel frattempo, sono più di 270 i civili morti da quando, sabato, i combattimenti tra forze regolari e quelle paramilitari imperversano nella capitale Khartum. È il bilancio "provvisorio" riferito mercoledì dalle ambasciate occidentali, che chiedono alle parti coinvolte di "cessare immediatamente le ostilità".
Lunedì sera le Nazioni Unite avevano già contato quasi 200 morti e più di 1'800 feriti, ma i medici affermano che il bilancio delle vittime potrebbe essere molto più alto. Infatti, causa della situazione precaria neanche il primo soccorso è garantito e le ambulanze non riescono ad intervenire.
Stando a quanto riferiscono i medici, aviazione e artiglieria di entrambe le parti hanno bombardato nove ospedali nella capitale. In totale sono 39 (su 59) gli ospedali colpiti dagli scontri, che si svolgono anche nella regione del Darfur, nell'ovest della nazione.
Attualmente nella città è impossibile stabilire chi controlla cosa: la confusione è totale e la disinformazione dilaga. Le scorte alimentari, già limitate in un Paese con un'inflazione a tre cifre, si stanno esaurendo e da sabato l'accesso alla capitale è interrotto.
DFAE valuta evacacuazione cittadini svizzeri
Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) di Berna sta valutando la possibilità di evacuare i circa 100 cittadini svizzeri che si trovano ancora in Sudan. Per motivi di sicurezza, non saranno resi noti i dettagli, si è appreso mercoledì in serata.
L'ambasciata svizzera nella capitale Khartoum rimane a disposizione per fornire supporto in caso di emergenza nella misura del possibile, ma è chiusa per le visite e le richieste di visto, ha dichiarato il DFAE, che sta "esaminando costantemente le opzioni e le misure che possono essere adottate sulla base di diversi scenari".
Sudan, ancora scontri
Telegiornale 18.04.2023, 20:00