Situazione caotica nel Sudan dopo che questa mattina le forze di intervento rapido del generale Mohamed Hadmane Daglo hanno affermato di avere preso il controllo dell’aeroporto della capitale Khartum. In seguito le stesse forze hanno affermato di avere preso il controllo del palazzo presidenziale. Ma dopo 12 ore di scontri non è chiaro chi controlli cosa e le affermazioni vittoriose dei paramilitari sono state smentite dal capo delle forze armate e leader di fatto del Sudan, il generale Abdel Fatah al Burhan.
I testimoni oculari nel paese parlano di violenze e spari intorno alle caserme e vicino alla sede della televisione. I voli da e per il paese sono stati sospesi e le compagnie aeree stanno evitando il sorvolo delo spazio aereo sudanese.
Le violenze marcano una escalation nella lunga e nota rivalità tra al Burhan e Daglo, che è anche il vice del capo dell’esercito. Le forze di intervento rapido provengono in buona parte dalle tristemente note milizie "Janjaweed" responsabili anni fa di massacri nel Darfur. Daglo, già capo dei Janjaweed e protetto dell'ex presidente Omar al Bashir, ha reputazione di uomo dal pugno di ferro ed è ritenuto anche vicino alla Russia.
Secondo l'associazione dei medici sudanesi le violenze di oggi hanno fatto almeno 25 morti e 183 feriti in tutto il paese, non è chiaro quanti civili e quanti militari.
ONU, Stati Uniti, Russia, Egitto, Lega araba, Unione africana e numerosi altri Stati e organizzazioni hanno espresso preoccupazione o criticato le violenze e chiesto un cessate il fuoco. Il Sudan è un paese importante e strategico sotto molti aspetti e la sua instabilità può rapidamente trasformarsi in una crisi regionale.