Il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk-yeol, è stato incriminato per insurrezione, stando ai procuratori competenti. Diventa così il primo capo di Stato del paese asiatico in carica ad essere detenuto nell’ambito di un’indagine penale. Yoon era stato arrestato la scorsa settimana. Il suo decreto di legge marziale è durato solo sei ore il 3 dicembre, prima di essere annullato dai legislatori ma ha fatto sprofondare la Corea del Sud nella peggiore crisi politica degli ultimi decenni.
Ieri, sabato, invece un tribunale di Seul ha respinto una seconda richiesta di proroga della detenzione del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, sospeso dopo il suo tentativo di imporre la legge marziale, una mossa che ha messo pressione ai procuratori affinché lo incriminino senza indugio. Cosa, come detto, poi avvenuto nell’odierna mattina di domenica
Ieri il tribunale distrettuale centrale di Seul aveva respinto la seconda richiesta degli inquirenti di prorogare la detenzione. Il giudice dello stesso tribunale ha stabilito che non vi erano “motivi sufficienti” per accogliere la richiesta.
Yoon si è sempre, finora, rifiutato di collaborare alle indagini e i suoi avvocati hanno sostenuto che gli inquirenti non sono legittimati a procedere. Il presidente sospeso sta affrontando anche un procedimento separato davanti alla Corte costituzionale che, se confermerà il suo impeachment, lo rimuoverà formalmente dall’incarico. Entro 60 giorni dovrebbero poi essere indette le elezioni. Nonostante il suo stato di detenuto, Yoon è ancora formalmente rimane il capo dello Stato della Corea del Sud.
Notiziario 05.00 del 26.01.2025
RSI Info 26.01.2025, 07:36
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