Le speranze di ritrovare in vita i 44 membri dell’equipaggio del sottomarino argentino, scomparso da oltre una settimana, sono ormai ridotte al minimo: ieri, giovedì, la marina militare ha comunicato che con ogni probabilità all’interno del sommergibile si è verificata un’esplosione. Ciononostante, continuano le ricerche, alle quali partecipano 4'000 persone e mezzi navali e aerei provenienti da diversi paesi.
L’ultimo contatto con l’Ara San Juan è stato stabilito mercoledì 16 novembre. L’unità navale era partita da Ushuaia, nella Terra del Fuoco, per raggiungere Mar del Plata, in Patagonia. Ha però fatto perdere le sue tracce quando si trovava nelle acque atlantiche, a oltre 400 chilometri dalla costa.
Un'immagine d'archivio dell'Ara San Juan
Tre speciali navi scandagliano da mercoledì sera la zona nella quale si ritiene si sia verificata l’esplosione, dove la profondità varia dai 200 ai 3'000 metri. Oltre i 600 metri di profondità, secondo gli esperti, il sottomarino verrebbe demolito dalla pressione.
AFP/ludoC