Barcellona è tornata a protestare sabato sera (generalmente nella calma e senza particolari scontri con le forze dell’ordine), a poche ore dal voto nazionale odierno, il quarto in quattro anni, per la formazione del Governo spagnolo. L'attuale premier (ad interim) Pedro Sanchez (Psoe) si batte affinché possa formare un gabinetto monocolore, facendo uscire il Paese dallo stallo che si trascina dallo scorso aprile.
Un'impresa difficile, quella di Sanchez, visto che i sondaggi danno la destra di Vox di Santiago Abascal in forte ascesa (potrebbe raddoppiare i suoi deputati). Per cui il premier dovrebbe faticare parecchio per ottenere una maggioranza in Parlamento che gli consenta di governare senza alleati. E dovrà fare i conti anche con una ripresa, sempre secondo i sondaggi, dei popolari di Pablo Casado.
Al di là delle proteste in Catalogna resta alta in tutta la nazione (chiamati alle urne circa 37 milioni di cittadini) l’attenzione per la giornata elettorale. Al proposito sono stati mobilitati 92'000 agenti delle varie forze dell’ordine per garantire la sicurezza nella giornata elettorale e l'ordinato svolgimento delle operazioni di voto.
ATS/ANSA/Swing