Gli Stati Uniti hanno completato l'evacuazione del personale della loro ambasciata in Sudan. Lo riportano i media americani citando alcune fonti, secondo le quale anche le famiglie del personale dell'ambasciata sono state evacuate. Questa operazione segue quella portata a termine nelle scorse ore dall'Arabia Saudita. Il ministero degli Esteri saudita ha reso noto che 157 persone sono arrivate nella città portuale di Gedda. Si tratta di 91 sauditi e 66 cittadini di altre 12 nazioni: Kuwait, Qatar, Emirati Arabi, Egitto, Tunisia, Pakistan, India, Bulgaria, Bangladesh, Filippine, Canada e Burkina Faso.
Frattanto l'esercito sudanese del generale presidente Abdel Fattah al Burhan ha annunciato che nelle prossime ore di oggi, domenica, un gruppo di cittadini francesi, britannici e cinesi potranno lasciare il Paese su alcuni aerei messi a disposizione dai militari, mentre gli scontri con i paramilitari delle Rapid Support Forces del generale vicepresidente Mohamed Hamdan Dagalo continuano in diverse zone del Paese e soprattutto nella capitale Khartum.
La Francia ha annunciato a sua volta di aver avviato l'evacuazione dei suoi diplomatici e cittadini, senza fornire ulteriori dettagli. Si preparano a far uscire i propri connazionali anche le autorità italiane, olandesi, turche e belghe.
Anche le RSF hanno promesso "piena cooperazione con tutte le missioni diplomatiche, fornendo tutti i mezzi di protezione necessari e garantendo il loro ritorno sicuro nei loro Paesi". Il gruppo in precedenza si era detto pronto ad aprire "parzialmente" "tutti gli aeroporti" in Sudan per evacuare i cittadini stranieri. Non è stato possibile verificare quali aeroporti controllano le RSF.
Rimane comunque ancora incertezza sull'effettivo rimpatrio di altri cittadini stranieri tra i quali ci sono anche un centinaio di svizzeri. Per quanto riguarda proprio la Svizzera, il Dipartimento federale degli affari esteri ha fatto sapere che sta valutando operazioni di salvataggio e rimpatrio con altri Paesi.