Il personale dell'ambasciata svizzera in Sudan e il centinaio di altri cittadini con passaporto rossocrociato che si trovano nel Paese africano - ripiombato da giorni in un conflitto fra esercito e paramilitari - non possono al momento essere fatti uscire. La situazione non consente infatti di organizzare una partenza collettiva.
È quanto ha riferito Serge Bavaud, capo della gestione delle crisi presso il Dipartimento federale degli affari esteri, in un incontro con i media venerdì a Berna. Al momento non ci sono garanzie di sicurezza dalle parti che si stanno scontrando, ha affermato. L'esercito avrebbe respinto una proposta di tregua avanzata dai paramilitari.
Bavaud ha aggiunto che l'ambasciata è stata colpita dal fuoco incrociato dei combattimenti a causa della sua posizione. Anche la residenza dell'ambasciatore ha subito danni.
Il responsabile ha poi dichiarato che il funzionamento dell'aeroporto non è garantito. In ogni caso, un rimpatrio sarebbe realistico solo con aerei da trasporto militari: è infatti improbabile che le compagnie di linea mettano a disposizione i loro velivoli.
Sudan, Berna valuta se sfollare i cittadini elvetici
Telegiornale 20.04.2023, 12:30