Trump evoca un piano “per ripulire” Gaza

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha evocato, durante un evento per celebrare la sua prima settimana alla Casa Bianca tenutosi a Las Vegas, l’idea di un piano per “ripulire dalle macerie della guerra” la Striscia di Gaza. Ha altresì chiesto a Giordania ed Egitto di ospitare “temporaneamente” (o magari anche “per più tempo”) i palestinesi che non hanno più un tetto.

“Stiamo parlando di 1,5 milioni di persone e stiamo semplicemente facendo pulizia. Nel corso dei secoli, questo sito ha visto molti conflitti. E non so, qualcosa deve accadere”, ha detto Trump ai giornalisti, paragonando il territorio palestinese a un cantiere di demolizione dopo 15 mesi di guerra con Israele. L’inquilino della Casa Bianca ha aggiunto che ha già parlato della questione con il re Abdullah II di Giordania e che domenica, oggi, farà lo stesso con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi.

“In questo momento Gaza è letteralmente un grande cantiere dove quasi tutto viene demolito e la gente sta morendo”. Trump ha aggiunto che auspica che gli “USA siano coinvolti con alcune nazioni arabe per costruire alloggi lontano da Gaza dove forse le persone potrebbero, per una volta, vivere in pace”. La maggior parte dei 2,4 milioni di abitanti di Gaza sono stati sfollati, spesso più volte, a causa della guerra scatenata dall’attacco di Hamas al sud di Israele il 7 ottobre 2023.

Bombe “pesanti” per Israele

La Casa Bianca ha nel frattempo ordinato al Pentagono di revocare il blocco imposto dall’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden sulla fornitura di bombe da 2’000 libbre (900 kg circa) a Israele. Lo stop voluto da Joe Biden lo scorso maggio innescò una delle più grandi crisi delle relazioni tra Stati Uniti e Israele durante i 15 mesi di guerra a Gaza. Il Governo israeliano è stato informato dal Pentagono mentre 1’800 bombe MK-84, che erano conservate negli arsenali USA, saranno caricate su una nave e consegnate a Israele nei prossimi giorni.

“Potrei riportare gli Stati Uniti nell’OMS”

Donald Trump ha annunciato, sempre durante l’evento a Las Vegas che potrebbe prendere in considerazione l’idea di rientrare nell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), pochi giorni dopo aver ordinato l’uscita degli Stati Uniti dall’agenzia sanitaria globale per quella che ha descritto come “una cattiva gestione della pandemia di Covid-19 e di altre crisi sanitarie internazionali”. “Forse prenderemo in considerazione un rientro, ma ancora non so. Dovrebbero ripulire tutto”, ha detto Trump.

Gli Stati Uniti, che dovrebbero lasciare l’Organizzazione il 22 gennaio 2026, sono di gran lunga il più grande finanziatore dell’OMS visto che contribuiscono finanziariamente per circa il 18% dei finanziamenti complessivi dell’Organizzazione, molto di più ha criticato Trump “di quanto faccia la Cina”.