"Né io né mio figlio abbiamo fatto nulla di male". Nel quarto dibattito televisivo tra candidati democratici alle presidenziali l’Ucrainegate ha avuto un ruolo di primo piano. Joe Biden si è difeso dalle accuse di corruzione da parte di Trump.
RG 12.30 del 16.10.2019: la corrispondenza di Emiliano Bos
RSI Info 16.10.2019, 15:13
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"In Ucraina il mio impegno era contro la corruzione", ha affermato Biden, che chiese con la comunità internazionale l’allontanamento di un controverso procuratore generale che stava indagando – tra le altre - sulla società energetica nel cui direttivo era presente il figlio Hunter.
Il più titolato concorrente del tycoon alla Casa Bianca non ha solo tutelato la propria immagine e quella del figlio, ma è passato al contrattacco. "Bisogna concentrarsi sulla corruzione di Trump", ha sottolineato, liquidando le preoccupazioni legate ai suoi 76 anni ricordando che "l'età porta saggezza ed esperienza".
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I candidati si sono ritrovati uniti solo nell'approvare l'indagine di impeachment contro quello che hanno definito "il presidente più corrotto della storia statunitense" e nel condannare l’attuale presidente per l'improvviso ritiro delle truppe dalla Siria, "tradendo la fiducia degli alleati curdi" e "minando la credibilità degli Stati Uniti nel mondo".
Dal canto suo, il tycoon ha snobbato il dibattito senza degnarlo neppure di uno dei suoi usuali tweet. È stato il suo comitato elettorale ad esprimere il proprio punto di vista: "Ancora una volta il presidente Trump è stato il vincitore senza ombra di dubbio del dibattito" tra 12 candidati presidenziali democratici che "hanno sempre voluto mandare in fumo l'economia più florida nella storia moderna".
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