Anche se condannato in un processo penale Donald Trump può continuare a correre per la Casa Bianca. Non solo: Trump può anche vincere la nomination repubblicana alla convention di Milwaukee a metà luglio e riconquistare in seguito la presidenza nelle elezioni di novembre, anche dal carcere se il giudice del processo conclusosi giovedì a New York dovesse decidere nei suoi confronti una pena detentiva (rischia un massimo di quattro anni). Fermo restando, in ogni caso, che con il preannunciato ricorso bisognerà tenere conto anche dei tempi del processo in appello.
La Costituzione statunitense pone infatti dei vincoli su chi può diventare presidente, per esempio il luogo di nascita oppure l’età, ma non dice nulla su cosa fare nell’eventualità di un presidente condannato per un reato penale. Uno scenario che i padri fondatori non avevano evidentemente preso in considerazione.
Quanto all’impatto sul voto, è davvero difficile fare delle previsioni. La condanna rafforzerà la convinzione della base trumpiana che l’ex presidente è vittima di una persecuzione politica e giudiziaria. La campagna di Donald Trump ha fatto subito sapere di avere ricevuto donazioni record dopo la notizia del verdetto di colpevolezza.
Molti sondaggi indicano l’imbarazzo per molti elettori moderati di centro, anche repubblicani, nell’immaginare di avere alla Casa Bianca un presidente con il fardello di una condanna penale sulle sue spalle.
34 volte colpevole
Un piccolo impatto che fa una grande differenza?
Gli esperti non sono unanimi in proposito. Come rilevato dal politologo Nicholas Higgins, negli Stati Uniti si vive oggi “in un sistema molto polarizzato, in cui gli elettori si concentrano su ciò che rifiutano e votano contro il candidato che amano meno ancor più che su quello che sostengono. Visto che le accuse erano conosciute e presentate da Trump come un politiche, in pochi arriveranno alla conclusione di essersi sbagliati”. Un sondaggio dell’istituto Marist indica che la condanna ha un effetto minimo su due terzi del corpo elettorale e stando a Higgins l’1% degli aventi diritto potrebbe optare a questo punto per un terzo candidato oppure non recarsi ai seggi. Un’altra inchiesta aveva rivelato che solo il 26% degli statunitensi trovava il processo interessante e che la metà non considerava in ogni caso la falsificazione dei conti per coprire il pagamento a Stormy Daniels come un crimine importante.
Attualmente, i sondaggi danno Trump e Joe Biden testa a testa nei sondaggi, ma il magnate è avanti - anche se non di molto - in tutti gli Stati in bilico, i sei o sette che saranno decisivi in novembre. È qui, stando ad altri tre professori interpellati dall’AFP, Donald Nieman, Jared Carter e Ray Brescia, che anche un piccolo spostamento delle preferenze potrebbe determinare grosse conseguenze e costare l’elezione all’esponente repubblicano. Ad allontanarsi da Trump potrebbero essere in particolare gli elettori indipendenti.
Il commento di Massimiliano Herber
Telegiornale 31.05.2024, 12:30
USA, Trump è colpevole
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