Israele minaccia di invadere Rafah entro l’inizio del Ramadan (10 marzo) se Hamas non rilascerà gli ostaggi rimasti, nonostante le pressioni internazionali per proteggere i civili palestinesi che si rifugiano nella città meridionale.
Con l’affievolirsi delle prospettive per i colloqui tesi a raggiungere un cessate il fuoco, gli Stati Uniti e altri governi, così come le Nazioni Unite, hanno lanciato appelli sempre più pressanti a Israele per annullare la prevista offensiva su Rafah. Dal canto suo, l’Esecutivo israeliano sostiene che la città al confine con l’Egitto è l’ultima roccaforte rimasta a Gaza del gruppo militante palestinese Hamas.
“Il mondo deve sapere e i leader di Hamas devono sapere che se entro il Ramadan i nostri ostaggi non saranno a casa, i combattimenti continueranno ovunque, compresa l’area di Rafah”, ha dichiarato domenica a Gerusalemme Benny Gantz, capo di Stato maggiore militare in pensione, a una conferenza di leader ebrei americani.
“Hamas ha una scelta. Può arrendersi, rilasciare gli ostaggi e i civili di Gaza possono celebrare la festa del Ramadan”, ha aggiunto Gantz, membro del gabinetto di guerra israeliano. Il Ramadan, il mese sacro musulmano, si prevede che inizi la sera del 10 marzo. Gantz ha precisato che l’offensiva sarà condotta in coordinamento con i partner americani ed egiziani per “ridurre al minimo le vittime civili”.
La situazione disperata a Rafah