I Paesi riuniti a Bonn per la 23esima conferenza sul clima sotto l’egida dell’ONU, si sono lasciati sabato mattina con un accordo che prevede un anno di dialogo per arrivare alla fine del 2018 con un bilancio collettivo sulle emissioni di gas ad effetto serra. Il principio è quello di incoraggiare e aiutare i vari Stati a rivedere il loro impegno per consentire al Pianeta di rimanere sotto ai due gradi di riscaldamento globale ancorato nell’Accordo di Parigi del 2015.
Nell’ex capitale tedesca i negoziatori, USA compresi, hanno iniziato anche a dare una forma alle regole per mettere in pratica l’Accordo di Parigi che dovrebbe essere applicato a partire dal 2020. Non è stata presa nessuna decisione, invece, sul fondo di finanziamento dell’applicazione dell’Accordo da 100 miliardi di dollari all’anno: se ne parlerà durante i prossimi mesi e soprattutto nella COP24 prevista in Polonia a fine 2018.
Il risultato della COP23 è stato giudicato da più parti “abbastanza blando”. Alcuni negoziatori hanno pure stigmatizzato la mancanza di una vera leadership. Ciò anche alla luce del mancato appoggio all’Accordo di Parigi da parte statunitense.
ATS/AFP/Swing