Mondo

Un attacco "modesto"

Il mondo attende la reazione di Trump ai missili iraniani. L'esperta: "c'è la possibilità di abbassare la tensione"

  • 08.01.2020, 15:01
  • 22.11.2024, 20:15
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RG 12.30 dell'08.01.2020 La corrispondenza di Alberto Zanconato

RSI Info 08.01.2020, 14:08

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Di: RG/pon 

Le "misure proporzionate e conclusive" evocate dal ministro degli esteri iraniano Javad Zarif fanno riferimento "alla Carta delle Nazioni Unite che legittima a questa condizione la risposta a un attacco subito". "La palla torna nel campo degli Stati Uniti e se Donald Trump e i suoi consiglieri hanno recepito il messaggio sapranno ora abbassare le tensioni. Altrimenti entreremo in scenari bellici imprevedibili": è questa la lettura che Annalisa Perteghella, dell'Istituto per gli Studi di Politica internazionale di Milano, dà dell'attacco missilistico compiuto nella notte su mercoledì contro due basi che ospitano soldati statunitensi e della coalizione internazionale in Iraq. Le dichiarazioni ufficiali della Casa Bianca sono annunciate per il pomeriggio.

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RG 12.30 dell'08.01.2020 L'analisi di Annalisa Perteghella dell'Istituto per gli studi di politica internazionale di Milano

RSI Info 08.01.2020, 14:07

  • ISPI

Che non ci sia notizia di vittime statunitensi, secondo l'esperta, "non è un caso: l'Iran sapeva bene cosa andava a colpire, conosce benissimo il territorio iracheno e le basi americane. Doveva essere un segnale dimostrativo", un modo per mostrare i muscoli e di mettere la firma alla vendetta per la morte di Qassem Soleimani -vendetta non a caso rivendicata dai pasdaran- ma senza affondare il colpo "per non scatenare una reazione più ampia".

Cieli chiusi al traffico

Seguendo l'esempio della Singapore Airlines e la raccomandazione della FAA a tutte le compagnie statunitensi e dell'agenzia federale russa a quelle con base in Russia, numerosi vettori europei e asiatici hanno deciso di evitare nel prossimo futuro i cieli iraniani e iracheni, in seguito alle tensioni fra Teheran e Washington. È il caso di Air France con KLM, Lufthansa (con le filiali Swiss e Austrian Airlines), Turkish Airlines, Qatar Airways, Malaysia Airlines, China Airlines e Cathay Pacific per non citarne che alcune.

"Paesi come Israele e l'Arabia Saudita, alleati degli Stati Uniti e nemici dell'Iran nella regione hanno un po' preso le distanze da quanto deciso da Trump perché espone tutti a rischi che non sono disposti a correre" e quindi faranno ancora "pressione sulla Casa Bianca perché non ci sia un'escalation", afferma ancora la ricercatrice. Non sono da escludere però altre azioni "a più bassa intensità, di disturbo, soprattutto in Iraq", volte a indurre Washington ad abbandonare il quadrante.

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RG 12.30 dell'08.01.2020 Il potenziale bellico iraniano nel servizio di Chiara Savi

RSI Info 08.01.2020, 14:08

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Di risposta volutamente "proporzionata" e in questo senso "modesta" parla anche il generale italiano Vincenzo Camporini, analista militare, anche se "non è che gli iraniani potessero fare molto di più" in quanto la loro capacità militare "è tarpata dalla crisi economica" che attraversa il paese. Le forze armate di Teheran, quelle tradizionali e i pasdaran autonomi, "hanno capacità operative ragionevolmente buone e grande volontà di combattere" come dimostrato nel conflitto con l'Iraq. Una potenza regionale, insomma, ma senza capacità al di fuori.

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RG 12.30 dell'08.01.2020 Le reazioni all'attacco iraniano nel servizio di Claudio Bustaffa

RSI Info 08.01.2020, 14:09

  • keystone

La rappresaglia iraniana ha suscitato reazioni in tutto il mondo: Cina e Unione Europea hanno espresso linee simili, secondo le quali non è nell'interesse di nessuno che la situazione precipiti e l'uso delle armi deve lasciare spazio al dialogo. Israele, acerrimo nemico dell'Iran, ha invece minacciato preventivamente Teheran, mettendola in guardia dal prendere di mira lo Stato ebraico.

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RG 12.30 dell'08.01.2020 La reazioni dei mercati nel servizio di Marzio Minoli

RSI Info 08.01.2020, 14:09

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La crisi in Medio Oriente ha avuto il prevedibile effetto sui mercati internazionali. Non tanto sulle borse, quanto sul prezzo del petrolio, che è arrivato a superare i 70 dollari al barile. Si sono apprezzati anche beni e valute rifugio come l'oro e il franco svizzero, trend questi che però sono in atto già da inizio dicembre ed escono rafforzati. Non un segnale positivo per la Banca nazionale svizzera, che mantiene i tassi negativi proprio per frenare la moneta elvetica.

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