Il commento

Un forum più politico che economico

Le considerazioni dell’inviato al WEF: alla luce dei conflitti, i riflettori erano puntanti sul presidente ucraino Zelensky e su quello israeliano Herzog

  • 19 gennaio, 12:46
  • 19 gennaio, 18:17
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WEF, le considerazioni dell'inviato

Telegiornale 18.01.2024, 20:00

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Di: Nicola Zala, inviato RSI a Davos 

La difficile situazione geopolitica, con le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, hanno fatto sì che -quest’anno- al WEF di Davos a farla da padrone sia stata la politica. I quasi 2’800 leader economici hanno certamente parlato, avviato o concluso molti affari. Ma i riflettori erano puntati sugli interventi del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e del presidente israeliano Isaac Herzog. Entrambi hanno approfittato del WEF per attirare l’attenzione sui conflitti nei quali sono direttamente coinvolti. Hanno sottolineato come in gioco non ci sia solo il futuro dei loro rispettivi Paesi, ma anche dell’intera Europa e degli Stati Uniti. Entrambi hanno chiesto sostegno all’Occidente. Chi politico-armato, chi politico-ideale. La Cina, rappresentata dal primo ministro Li Qiang, ha invece evitato il tema delle guerre, concentrandosi sulle opportunità di crescita economica.

Intelligenza artificiale e clima

Dentro e fuori il Centro congressi uno dei temi più presenti è stata “l’intelligenza artificiale”. Molte personalità hanno sottolineato le opportunità, ma anche i rischi dell’IA. Una rivoluzione tecnologica -hanno detto- che può essere molto utile all’umanità, ma che può anche minare i pilastri delle nostre democrazie, con disinformazione e fake news. Al WEF di Davos non sono poi mancati gli interventi che hanno spronato la politica e l’economia a intensificare gli sforzi per la protezione del clima. Vista però l’urgenza dettata dai conflitti armati in corso, la sensazione è che questo tema sia passato un po’ in secondo piano.

WEF di Davos – una straordinaria piattaforma di dialogo per il Consiglio federale

Come d’abitudine, il Governo svizzero, approfitta del WEF di Davos, per incontrare -in pochi giorni- molti capi di Stato e ministri, provenienti da tutto il mondo. È stato così anche quest’anno. 6 consiglieri federali su 7 (mancava solo Elisabeth Baume-Schneider) hanno avuto oltre 60 incontri bilaterali. I più sollecitati sono stati la Presidente della Confederazione, Viola Amherd e i due consiglieri federali Ignazio Cassis e Guy Parmelin. I temi più importanti sono stati l’impegno svizzero per la pace in Ucraina (ndr. la Svizzera è stata invitata a organizzare un vertice di alto livello) e il dossier europeo.

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