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Ungheria e la "legge LGBT"

Nel Paese si tiene anche un referendum che chiede di vietare la rappresentazione dell'omosessualità - L'avvicinamento alle elezioni parlamentari del 3 aprile

  • 1 aprile 2022, 14:51
  • 20 novembre, 18:22
03:18

RG 12.30 del 01.04.22: il reportage da Budapest di Andrea Ostinelli

RSI Info 01.04.2022, 14:48

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Di: Andrea Ostinelli 

Domenica 3 aprile, oltre alle elezioni parlamentari, in Ungheria si terrà un referendum sulla legge che vieta, in sostanza, la rappresentazione dell'omosessualità e della transessualità ai minori. Una norma contro cui la Commissione europea ha avviato due procedure d'infrazione, in quanto sarebbe contraria ai valori fondamentali dell'UE, ma su cui il Governo di Viktor Orbán conta di incassare l'appoggio popolare.

“Negli ultimi due anni il Governo ha presentato leggi che sono direttamente anti-LGBT, che stanno facendo regredire i diritti e le libertà di cui la nostra comunità ha goduto negli ultimi due decenni.”

Luca Dudits, portavoce di The Hátter Society, la principale associazione arcobaleno attiva in Ungheria, ci riceve negli uffici che l'organizzazione condivide con Amnesty International, a pochi passi dal parlamento ungherese.

“ll referendum si spiega come reazione alla procedura d'infrazione, lanciata dalla Commissione europea contro questa legge. Il Governo vuole dimostrare che la società ungherese è transfobica e omofoba come lui, approvandola”, taglia corto l’attivista LGBT. “Credo che si tratti dell'ennesimo attacco contro la nostra comunità. E di un espediente per mettere a segno un successo politico contro di noi”.

L'accusa è pesante. Ma in effetti, il referendum è stato voluto dall'Esecutivo, e a chiederlo, con un'apposita mozione, sono stati 129 deputati della sua stessa maggioranza. Votata l'anno scorso in giugno, la legge vieta di fornire ai minorenni informazioni sulle persone LGBT o sulle relazioni fra persone dello stesso. Comprende, inoltre, misure di contrasto della pedofilia. Per i critici del testo, ciò favorisce un amalgama fra fenomeni completamente distinti, quali omosessualità e transessualità, da un lato, e pedofilia, dall'altro.

“Sono domande fuorvianti. Non si chiede alle persone se sono in favore dei diritti LGBT ma se sono a favore della nostra rappresentazione ai minori. In altre parole – spiega Luca Dudits – si punta proprio a sfruttare le paure e le ansie dei genitori, in particolare di quelli che non sono informati su di noi, e che potrebbero vederci come qualcosa di male. Il Governo sfrutta le loro paure e le loro angosce!” Angosce e fobie, che proprio nella mancata conoscenza trovano terreno fertile. Dopo il referendum, però, la comunità LGBT magiara potrebbe vedersi trasformata in un tabù, innominabile ai minori.

“Il Governo dice che non ci sono problemi, se le persone sono omosessuali o transessuali da adulte. Si dà però il caso che non ci si sveglia gay un bel giorno, lo si è praticamente da sempre. E si comincia ad accorgersene coi primi innamoramenti. Per questo pensiamo che sia utile informare nelle scuole. Ovviamente dando informazioni adeguate all'età: non c'è bisogno di entrare in dettagli con un bambino di dieci anni!”, puntualizza la militante. “Ma se uno si pone determinate domande, l'insegnante dev'essere in condizione di rispondergli che va bene così. Anche se si sente attratto da un compagno di scuola.”

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