Una nuova ricerca della Humabs di Bellinzona ha analizzato quanto i vaccini attuali sono efficaci contro le nuove varianti del coronavirus: quella britannica, ma anche quelle sudafricana e brasiliana. E a destare preoccupazione è anche una nuova mutazione scoperta nel Regno Unito, una mutazione che lascia presagire come il virus si stia modificando sempre più per resistere alle risposte immunitarie del nostro corpo.
“Se per la variante inglese la riduzione dell’efficacia dei preparati si aggirava attorno alle due o tre volte, quindi relativamente modesta, ora con l’introduzione di questa ulteriore mutazione (condivisa con le varianti del Sud Africa e del Brasile) questa perdita si aggira tra le sei e le dieci volte. Quindi risulta essere decisamente più importante, tanto da richiedere una potenziale riformulazione dei vaccini", spiega alla RSI Davide Corti di Humabs, azienda biotecnologica che lavora nella ricerca di terapie contro le malattie infettive.
E proprio oggi la compagnia AstraZeneca ha annunciato che sta correndo ai ripari con un aggiornamento del suo preparato per l’autunno prossimo. E cosi dovranno fare anche altre case farmaceutiche. Ad esempio Novavax, con cui la Confederazione ha concluso oggi un accordo.
“Purtroppo, l’efficacia del vaccino di Novavax o di quello di Johnson and Johnson, che hanno condotto uno studio in Sudafrica, è molto ridotta con una conseguente minore protezione”, aggiunge Corti. La tecnologia però ci viene incontro, soprattutto quella dei nuovi vaccini a mRNA. “Sì – conclude l'esperto – fortunatamente siamo già in pista nella messa a punto di nuove strategie per combattere il coronavirus".