Il leader laburista Keir Starmer ha ricevuto ufficialmente da re Carlo III, in veste di capo di Stato, il mandato per formare il nuovo Governo britannico sulla base del risultato elettorale che assicura ai Labour la maggioranza alla Camera dei Comuni.
L’atto formale, automatico nel sistema del Regno Unito, è stato sancito nel tradizionale faccia a faccia tra i due a Buckingham Palace, seguito alle dimissioni del premier conservatore uscente Rishi Sunak.
Il leader conservatore uscente del Regno Unito aveva poco prima, rassegnato le sue dimissioni da primo ministro in un incontro con re Carlo III a Buckingham Palace durato circa 30 minuti. In precedenza il sovrano, salito sul trono l’8 settembre 2022 dopo la morte della regina Elisabetta, aveva ricevuto le dimissioni di Liz Truss - che aveva lasciato la guida del Governo Tory dopo soli 50 giorni nell’ottobre 2022 - per poi incaricare Sunak della formazione di un nuovo Esecutivo.
Le nomine di Starmer
Appena nominato, Starmer ha iniziato a fare i nomi dei ministri che formeranno il suo prossimo Governo, promuovendo figure chiave del Gabinetto ombra che lo aveva accompagnato in quanto capo dell’opposizione. A cominciare da David Lammy, figlio di genitori della Guyana, che guiderà la diplomazia. All’interno andrà Yvette Cooper, alla difesa John Healey, garante di una linea di fermezza riguardo al conflitto russo-ucraino. Due donne hanno ricevuto incarichi molto significativi: Rachel Reeves sarà la prima nella storia del Paese a capo delle finanze, mentre la vicepremier sarà Angela Rayner. Quest’ultima, che si pone molto più a sinistra del suo leader, ha una storia molto particolare in un Paese dove gran parte della classe dirigente esce da Oxford o Cambridge. Cresciuta povera in un quartiere popolare di Stockport, nel nord, ha lasciato la scuola senza diploma a 16 anni, si è occupata della madre bipolare mentre il padre era costantemente assente, è stata una ragazza madre e ha avuto poi un secondo figlio nato molto prematuro e rimasto quasi cieco. “Ho un dottorato in vita reale”, dice di sè.
Angela Rayner, vicepremier e ministra dell'alloggio, ha una storia personale particolare
Valanga di seggi ma non di voti
Una valanga di seggi, non di voti. C’è anche questo elemento dietro il trionfo elettorale britannico del Labour in salsa moderata di Keir Starmer. A sottolinearlo è stato il professor John Curtice, guru dei sondaggi e dell’analisi dei flussi per conto della BBC. Ma ci sono soprattutto i numeri definitivi. Numeri che confermano il partito di Starmer a un soffio dal suo record storico, quello dei 418 seggi della super maggioranza conquistata da Tony Blair nel 1997.
In termini di suffragi il Labour si è però fermato poco oltre il 33%, non molto meglio del 32 raccolto nel 2019 nell’ambito della disfatta subita sotto la leadership di sinistra radicale di Jeremy Corbyn. E addirittura con una perdita di oltre mezzo milione di voti in cifra assoluta da allora (9,6 milioni contro 10,2), complice l’affluenza precipitata ai minimi dal 2005 attorno ad appena il 60% degli aventi diritto.
RG 12.30 del 05.07.24: l’intervista Piers Ludlow della London School of Economics
RSI Info 05.07.2024, 13:43
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