“Un bacio ai suoi figli”. Sono passate due ore. È giovedì 18 gennaio. Liliana Segre mi congeda sull’uscio di casa sua a Milano. Ancora non sa che di lì a poco il presidente italiano Mattarella la chiamerà per dirle: “Lei sarà Senatrice a vita”. “Un bacio ai suoi figli”. Forse - mi dico – a questa Signora di 87 anni pare un po’ strano essersi ritrovata in salotto proprio un giornalista venuto da lì, da Arzo. “No, non ci ho messo mai più piede”.
La sua storia mi ha sempre toccato perché io in quei sentieri ci vado con i miei bambini, le dico. Quei vostri boschi non potrò mai dimenticarli perché io da bambina ci ho trovato “la nostra condanna”, mi risponde. Arzo, dicembre 1943: la piccola Liliana, 13 anni, con il babbo e due cugini viene respinta da un ufficiale svizzero tedesco. Nessuna supplica serve. Il seguito è una storia raccontata centinaia di volte. “E continuerò a raccontarla finché avrò fiato per farlo”. Il viaggio lungo una settimana dentro un carro merci stipato all’inverosimile, l’arrivo ad Auschwitz e quella bugia delle SS che la separò per sempre da papà Alberto: “Donne di qui e uomini di là. Non preoccupatevi. Vi rivedrete stasera”. Balle.
Liliana piccola con papà
Fotografie di famiglia. Sono tutte lì, sul tavolino vicino alla finestra. Quella in bianco e nero di papà Alberto che tiene in braccio la piccola Liliana. E quelle a colori di chi è venuto dopo. “Ho fatto 3 figli e poi 3 nipoti – mi dice - . Essere diventata nonna è una bella vittoria su Hitler, non trova?”. Quei figli e quei nipoti che a volte “mi facevano pena quando li vedevo piangere per un brutto voto a scuola”. Perché il senso di una lacrima non è più lo stesso dopo Auschwitz.
“Un bacio ai suoi figli”. Lo farò. L’ho già fatto Signora Segre. Anzi, Senatrice. E le faccio una promessa: quando il suo non basterà più ci metteremo il nostro, di fiato.
Giuseppe Bucci
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TRIBUTO ALLA MEMORIA NEL GIORNO DELLA MEMORIA
L'intervista-documento a Liliana Segre è stata trasmessa ieri mattina a Modem al quale hanno partecipato Sibilla Destefani, docente assistente di letteratura italiana all'Università di Zurigo (che ha dedicato la sua testi di dottorato alla letteratura italiana della Shoah) e Jadwiga Pinderska-Lech, direttrice della casa editrice del Museo statale di Auschwitz-Birkenau. Ascolta la puntata
Modem del 26.01.2018
RSI Info 26.01.2018, 11:02
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Jadwiga Pinderska-Lech, a Modem, ieri mattina, ha raccontato dei sopravvissuti ad Auschwitz che ha incontrato in questi anni. Liliana Segre non ha mai voluto tornare lì. Nemmeno Nedo Fiano ci era mai tornato, fino al novembre del 1994 quando accettò l'invito della ReteUno della RSI. Fu realizzato un documentario su quell'esperienza incredibile che fu trasmesso il 27/01/1995 nel corso della serata speciale dedicata al 50esimo anniversario della liberazione del campo di Auschwitz (Oswiecim). Ve lo riproponiamo oggi: per non dimenticare.
Auschwitz, il ritorno — Documentario di Matilde Casasopra e Mino Müller
RSI Info 26.01.2018, 10:50
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