Dai quasi tremila abitanti del 1911 ai 400 circa di oggi, il trend demografico di Civitacampomarano, nella provincia di Campobasso, è simile a quello di tanti borghi dell’Appennino. Un destino di spopolamento segnato dalle grandi ondate migratorie verso le Americhe prima e verso il triangolo industriale (o l’Europa) poi. Negli ultimi anni è la costa molisana, Termoli in particolare, ad attrarre abitanti originari delle aree interne. Eppure tra il Castello Angioino, i calanchi, il cimitero napoleonico, la casa natale di Vincenzo Cuoco, uno dei protagonisti della Rivoluzione napoletana del 1799, questo borgo medievale è un concentrato di storia e bellezza.
"Oltre la news" è arrivata a Civitacampomarano, sulla scia del Cvtà Street Fest che dal 2015 attira centinaia di turisti da ogni parte del mondo. Un’iniziativa che ha catapultato questa piccola comunità in una dimensione inaspettata fino a qualche anno fa quando la giovane presidente della Pro Loco ha scritto una mail ad Alice Pasquini, nota artista contestuale. Ne è nato uno scambio di energie che ha frenato l’impoverimento del tessuto socio-economico e culturale dovuto al calo demografico incessante.
Ora il borgo prova a immaginare un futuro che non sia più segnato dall’abbandono del patrimonio abitativo o dai rischi di dissesto idrogeologico. Come molti piccoli comuni, si prova anche qui a progettare un ripopolamento, magari favorito da un piano legislativo e da incentivi (zone franche con fiscalità di vantaggio) correlati magari alla possibilità che molti lavori possono essere svolti da remoto, in smart working. Tutto ciò anche grazie alla rigenerazione sociale provocata dall’irruzione dell’arte contestuale come ponte tra passato e futuro. È la prima volta nella storia dell'arte che si disegna su così tanti muri in tutto il mondo. Anche nel piccolo, incantevole, Molise.
Massimo Lauria