Si chiamano Ferdaous, Mohamed, Islem, Aziz. Hanno tra i 12 e i 26 anni. Oltre ad essere studenti, lavoratori, a volte disoccupati, formano la troupe teatrale di Ksar Hellal, cittadina industriale del centro-est della Tunisia. Due sere a settimana, si ritrovano sul palco del teatro municipale per mettere in scena i loro spettacoli. Discutono di temi politici, sociali, ambientali. Si interrogano sul futuro del loro paese che preoccupa, in particolar modo lontano dalla capitale.
Quando il loro maestro Talel Ayoub scendeva in piazza nove anni fa, questi giovani attori non erano neanche adolescenti. Sono la generazione post 2011, cresciuta in una Tunisia democratica ma ancora fragilizzata dalla crisi economica e sociale, che non è scomparsa con il regime di Zine el-Abidine Ben Ali. Per questo Talel - attore di professione, fondatore del primo festival di teatro di strada del paese proprio a Ksar Hallel - ha voluto coinvolgere i ragazzi di questa regione marginalizzata, da cui lui stesso proviene, in un progetto che per molti si è rivelato essere una forma di riscatto sociale.
Grazie al sostegno dell’associazione locale Apollon, Talel è riuscito a convincere la municipalità a riaprire il vecchio teatro ormai in disuso. Insieme ai suoi allievi l’ha ripulito e risistemato, facendone innanzitutto un luogo di ritrovo dove “non si recita e basta, ma si pensa, si discute, ci si confronta”, racconta. Dopo il successo di “Khaddema” sui lavoratori in fabbrica e l’inquinamento industriale, la troupe prepara un nuovo spettacolo sulla piaga della corruzione nel paese. Da un anno presenta i suoi spettacoli in tournée per la Tunisia.
Arianna Poletti