Il suo nome è Hamada "come il deserto roccioso del Nord Africa". Infatti è di Casablanca, ma oggi vive con la sua famiglia a Locarno. Il 36enne, architetto, ha le idee chiare sulla musica che cerca.
"Quando sono ingaggiato per una serata, spesso l'esercente del locale dopo un'occhiata esclama: bene, questa sera ascoltiamo reggae! — Eeeehh... No!", racconta Chaldi (questo il suo cognome) a Fabio Salmina, "esploratore" del mondo sonoro della Svizzera italiana (guarda il VIDEO). "Non è che non mi piaccia il genere, ma non è quello nelle mie corde".
"La chitarra deve essere ruspante e va amplificata con le valvole, in modo naturale e vecchio stile". Chaldi — che ha una bimba e riesce a dedicarsi a questo mondo il mercoledì pomeriggio prima di andare a prenderla all'asilo — a nove anni "strimpella" musica classica, ma a 15 emerge l'impulso di creare qualcosa di suo: "Sì, sto lavorando a una raccolta di brani miei, è una passione e non si può fermare".
L'esperienza non gli manca, ha partecipato a molti festival in giro per l’Italia, tra Firenze Bologna (nel 2008 è premiato con il suo gruppo ad Arezzowave). "Ho preso parte a molte formazioni, dalle orchestre di 20 elementi con musica etnica ai complessi più piccoli: blues, soul, ma anche metal"...
RedMM
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