L’obiettivo di SpaceX era di replicare il successo dello scorso ottobre: lanciare il megarazzo di 121 metri Starship e successivamente catturare in volo il booster Super Heavy (il primo stadio di accensione). Ma stavolta qualcosa è andato storto e il cilindro di 70 metri è stato dirottato sul Golfo del Messico, dove è esploso nell’ammaraggio.
È questo l’esito del sesto volo di Starship di SpaceX effettuato martedì dalla base spaziale di Boca Chica in Texas (il decollo è avvenuto quando in Svizzera erano le 23). Un nuovo test a cui ha assistito dal vivo anche il presidente eletto Donald Trump, che durante la campagna elettorale è stato sostenuto da Elon Musk, fondatore di SpaceX.
A Boca Chica c'era anche il presidente eletto Donald Trump
Pochi minuti dopo il lancio, i responsabili dell’operazione hanno fatto sapere che i criteri per tentare la cattura del booster con due immensi bracci meccanici (così come era avvenuto a ottobre) non erano soddisfatti. Da qui la decisione di procedere con l’ammaraggio. La navicella Starship ha invece proseguito il volo come da programma, effettuando poi il rientro nell’Oceano Indiano.
L'ammaraggio del booster
Con il recupero del primo stadio di accensione, l’azienda di Elon Musk intende fare un ulteriore passo verso voli spaziali con materiale completamente e rapidamente riutilizzabile, rendendoli così anche meno costosi. L’obiettivo finale è il riutilizzo dell’intero razzo, compresa la navicella.
Il programma Starship di SpaceX mira, nel corso del prossimo decennio, a riportare l’uomo sulla Luna. Ma Elon Musk guarda più in là: la sua intenzione è di raggiungere Marte, dapprima con missioni senza equipaggio.
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