L'introduzione del certificato solo per guariti o vaccinati, il cosiddetto "2G" (dal tedesco dal tedesco "geimpft" e "genesen", vaccinati o guariti, ndr.), è una delle due proposte messe in consultazione dal Governo federale. Una misura efficace secondo Christian Garzoni, direttore sanitario della Clinica Luganese Moncucco: "La Svizzera si sta nuovamente riempendo negli ospedali e nelle cure intense di malati di Covid. Il "2G" è efficace perché riduce gli ammalati tra le persone che fanno decorsi gravi, che sono i non vaccinati. Purtroppo oggi gli ospedali hanno una grandissima proporzione di persone non vaccinate. In Ticino la situazione è fortunatamente migliore rispetto alla Svizzera interna, dove le cure intense non ce la fanno più ad aumentare i numeri. Per ridurre l'afflusso, bisogna ridurre gli ammalati che ci possono andare".
Una misura introdotta anche da altri Paesi, che si sono mossi prima della Svizzera, che secondo il medico, sta agendo troppo lentamente: "I buoi sono palesemente fuori dalla stalla, i numeri sono brutti. In Europa siamo tra i peggiori. Il Consiglio federale deve agire rapidissimamente, e forse doveva agire già prima".
Per il professor Alessandro Diana, specialista malattie infettive e docente all'Università di Ginevra, non si può fare un vero paragone con altri Paesi, perché l'efficacia del "2G" dipenderà molto dalle altre misure messe in campo: "È un cerotto, perché non abbiamo un unico intervento che dà la soluzione a tutto. Quello che avrà un grande impatto è l'insieme: la mascherina, la vaccinazione, magari il 2G, magari la chiusura prematura delle scuole. Tutto viene dettato dalla capacità sanitaria".
Intanto, diversi Cantoni hanno deciso di muoversi senza attendere le indicazioni del Governo. Argovia e Berna hanno anticipato le vacanze scolastiche e Neuchâtel ha preferito limitare le presenze alle riunioni private ed estendere l'uso delle mascherine.
Neuchâtel rafforza le misure
Telegiornale 11.12.2021, 21:00
Un vaccino nasale
Il 34% della popolazione non ha aderito alla campagna di vaccinazione. Tra le varie motivazione del "no", c'è anche chi dice di temere agli aghi. Un team di ricerca sta sviluppando un vaccino adatto anche per queste persone: uno spray nasale. Ci sta lavorando Volker Thiel, virologo all’istituto di virologia e immunologia dell’Università di Berna. "Lo si somministra proprio dove ha luogo l’infezione, ovvero sulla mucosa. Qui si sviluppa un’immunità particolare, che di solito si forma quando ci si infetta in modo naturale. Noi proviamo ad imitare lo stesso procedimento con un virus non pericoloso", spiega il medico. Rispetto ai vaccini mRNA, il preparato per il vaccino-spray si baserebbe su tutto il virus e non solo sulla proteina-spike. Per intenderci, la protuberanza verde nella visualizzazione. Un vantaggio secondo Thiel: "Attualmente numerose mutazioni si formano proprio su questa proteina. I vaccini che si basano su questo principio in alcuni casi dovranno essere adattati. Se invece usassimo tutto il virus, dovremmo ricorrere meno spesso a degli adeguamenti. Al momento non è ancora chiaro quando arriverà un’omologazione per il vaccino spray. L’anno prossimo dovrebbero iniziare i primi test su dei volontari.
Il vaccino in formato spray
Telegiornale 12.12.2021, 21:00