In molti ospedali svizzeri i chirurghi operano senza la necessaria esperienza. È quanto denunciato oggi, venerdì, dal Tages Anzeiger sulla base di un nuovo studio di SantéSuisse. L’associazione mantello delle casse malati chiede per questo motivo alla Confederazione di introdurre un numero minimo vincolante di operazioni, in modo da garantire un’alta qualità delle cure ai pazienti.
Il numero di interventi chirurgici è infatti un indicatore della qualità degli ospedali: più è alto e più basso sarà il tasso di mortalità, di complicazioni e di recidive. Un indicatore che SantéSuisse ha adottato per esaminare quattro tipi di interventi.
Basandosi sulla scala di valutazione elaborata dall'Università tecnica di Berlino, l’associazione ha scoperto che tra il 2011 e il 2016, su 118 ospedali che hanno effettuato interventi di protesi all'anca, solo una ventina aveva la necessaria familiarità - che equivale a un totale di 250 impianti all’anno.
La situazione non è molto diversa per quanto riguarda le protesi al ginocchio, mentre per gli interventi più complessi, come all’apparato respiratorio, anche in Svizzera sono invece richiesti dei requisiti minimi: il canton Zurigo, pioniere in questo ambito, esige per esempio un minimo di 30 interventi all’anno. Un valore comunque tre volte inferiore alla soglia di qualità elaborata dall’ateneo di Berlino, ma che negli ultimi anni più della metà degli istituti non ha raggiunto.
Per questi motivi SantéSuisse chiede di intervenire. Il suo presidente, Heinz Branz, sarebbe inoltre pronto anche ad agire sul piano parlamentare, se le cose non si dovessero muovere a livello amministrativo
RG-MJ/MarGiù/ludoC
“I pazienti vogliono la qualità”
La qualità della chirurgia collegata direttamente ad una massa critica di interventi rappresenta un problema per le regioni periferiche e quindi anche per la Svizzera italiana? “Questo principio è assodato a livello federale, soprattutto nell’ambito della medicina e chirurgia altamente specializzata: questo principio presuppone la concentrazione delle attività in pochi ospedali, di regola si tratta degli ospedali universitari e dei principali ospedali cantonali”, ci spiega Giorgio Pellanda, direttore generale dell’Ente ospedaliero cantonale ticinese e membro del comitato H+, l’associazione mantello degli ospedali svizzeri.
RG 12.30 del 24.08.2018: qualità delle cure, l'intervista di Giuseppe Limoncello a Giorgio Pellanda, direttore EOC
RSI Info 24.08.2018, 14:49