La proposta è clamorosa e rompe, di fatto, un tabù trentennale: abolire l'obbligatorietà dell'assicurazione medica di base. Ad averla avanzata, sulla stampa domenicale, è stata la consigliera di Stato Natalie Rickli, responsabile della sanità a Zurigo, il cantone più popoloso della Svizzera. Il sistema della LaMal, a detta dell'esponente democentrista, ha sostanzialmente fallito. La ministra zurighese sottolinea che l'aumento dei premi grava troppo sul ceto medio, mentre lo Stato deve spendere sempre più soldi per i sussidi. Ammette quindi di non avere una soluzione già pronta, ma sostiene che in materia occorrerebbe aprire un dibattito senza preclusioni.
La consigliera di Stato zurighese Natalie Rickli
Immediate le reazioni. Per la consigliera nazionale Flavia Wasserfallen (PS/BE), che presiede l'Organizzazione svizzera dei pazienti (OSP), la misura porrebbe in essere una medicina a due velocità e a svantaggio dei meno abbienti. Per Christian Lohr (Centro/TG), anch'egli membro della Camera del popolo, togliere l'obbligo è come giocare col fuoco. Il PLR, infine, sostiene le preoccupazioni di Rickli, afferma il suo consigliere nazionale Marcel Dobler (SG), ma ritiene anche che rimuovere l'obbligo non rappresenti una soluzione.
"Non è così che si riforma la sanità"
Sul tema, che rende il dibattito sulla LaMal ancora più vivace mentre mancano poche settimane alla comunicazione dei nuovi aumenti dei premi, lil collega Alan Crameri ha sentito il parere di Tilman Slembeck, docente di economia alla Scuola universitaria professionale in scienze applicate di Zurigo (ZHAW).
Tilman Slembeck, professore di economia presso la ZHAW
"La dichiarazione di Nathalie Rickli è piuttosto una critica, non una proposta su cosa si potrebbe fare. Mette in discussione la solidarietà attuale: molti soldi vengono trasferiti dai giovani agli anziani, dai sani agli ammalati. È una dinamica voluta, perché l'assicurazione malattia non è un'assicurazione per l'automobile. Mettere in discussione questa componente sociale è poco opportuno, perché scatena la discussione politica, e non è nemmeno il punto più importante per risolvere i problemi. Ma do ragione alla signora Rickli: c'è bisogno una discussione più di fondo, per una vera riforma... Tuttavia, partire dal punto più delicato, non è una buona idea."
Sui premi di cassa malati ci sono varie idee: il PS ha lanciato un'iniziativa per limitare al 10% del reddito i premi di cassa malati; il partito del Centro un'altra per tentare di contenere i costi della sanità. Sono approcci che la convincono di più?
"L'iniziativa socialista la ritengo controproducente, perché alla fine verrebbero immessi ancora più soldi nel sistema, semplicemente presi dalle tasse invece che dai premi individuali. Altre idee per rendere più trasparenti i flussi finanziari sono invece buone, ma non basteranno per mettere fine all'esplosione dei costi."
Di proposte per riformare il sistema sanitario ce ne sono molte. Ma alla fine l'impressione è che non ci sia nessuno che si assume la responsabilità per l'andamento dei costi e quindi dei premi. O mi sbaglio?
"No, è un punto importante. Nel sistema sanitario c'è un'enorme assenza di assunzione di responsabilità. I cantoni sono un po'responsabili, un po' lo sono gli ospedali, un pochino anche la Confederazione, le casse malati anche, e i medici. Tutti, e alla fine nessuno. Ciò che ci manca è una legge sulla sanità a livello federale. Oggi regoliamo il sistema sanitario attraverso una legge sull'assicurazione malattie... È come se fissassimo tutte le regole per l'agricoltura nella legge sull'assicurazione per la grandine. E così si trascurano molte cose necessarie."
Abolire la Lamal? Reazioni e analisi
SEIDISERA 28.08.2023, 18:35
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E cosa regolerebbe una legge sulla sanità?
"Dovrebbe fissare degli obiettivi, indicare compiti e competenze. La legge sull'assicurazione malattie fissa alcune regole, ma sono a volte contraddittorie e spesso lacunose. Una legge apposita che indica responsabilità chiare sarebbe invece molto utile."
Lei, prima dell'intervista, mi ha detto che non vuole limitarsi a criticare, ma che ci vorrebbe un impulso positivo. Prego...
"La mia idea è che le regioni sanitarie dovrebbero essere più grandi, i cantoni non dovrebbero più avere così tante competenze nella gestione degli ospedali. E poi ci vorrebbe una vera concorrenza tra medici e ospedali nell'accapparrarsi pazienti sani. Dovrebbe rendere avere pazienti che guariscono in fretta, non avere pazienti in cura. Vuol dire capovolgere il sistema attuale. Ma è difficile, perché oggi in molti guadagnano molto bene con le regole attuali. La mazzata arriva solo una volta all'anno, con l'annuncio dei premi di cassa malati... Ma anche questi sono sempre più coperti dallo Stato, con 5 miliardi e mezzo di franchi di sussidi per la riduzione dei premi. Questa è una pillola per tranquillizzare la gente... senza sussidi ci sarebbe una rivolta popolare."