Le immatricolazioni di auto ibride hanno superato in Svizzera in ottobre per la prima volta quelle delle automobili diesel. Uno studio rivela però che questi veicoli non hanno sempre un'anima così verde e che in realtà possono emettere più CO2 di quanto i produttori sostengano.
Spostarsi in città consumando di meno: è questo il punto forte delle auto ibride. A bordo hanno un motore classico e uno elettrico con una batteria, che nei modelli plug-in può anche essere caricata attaccandola a una presa. Un compromesso ecologico che però stando a una ricerca commissionata dalla Federazione europea per il trasporto e l’ambiente non funziona a dovere: le vere emissioni di CO2 sarebbero 12 volte più alte di quanto riportato dai produttori.
Un risultato che non sorprende gli esperti: quanto si inquina infatti dipende dal comportamento di chi è alla guida. “Se non si ricarica spesso la batteria in dotazione il consumo di benzina o diesel sarà più elevato, questa è la logica dietro a questo sistema. Ci vuole della disciplina per usare correttamente questo prodotto”, afferma Andreas Burgener, direttore di AutoSuisse, l’associazione che raggruppa gli importatori ufficiali di automobili.
L’ATA, l’associazione traffico e ambiente, è critica in merito a questi modelli. “Sconsigliamo di acquistare delle auto ibride plug-in, è meglio comprare un’auto completamente elettrica allora. Oppure una bici o i trasporti pubblici. Non arriveremo mai a una mobilità verde con le ibride”, spiega il responsabile Martin Winder.
La tecnologia tutta sta riscuotendo un enorme successo e questo, oltre alle immatricolazioni, lo si vede anche dalla pubblicità: l’anno scorso gli spot per le auto elettriche sono raddoppiati e quelli per le ibride addirittura triplicati.
Secondo gli esperti nei prossimi anni le auto ibride saranno tuttavia sorpassate dalle vendite di quelle totalmente elettriche, ma prima bisognerà sviluppare la rete di stazioni di ricarica. Andreas Burgener si lancia quindi in un pronostico: “nel 2030 il 50% di auto sarà termico o ibrido e l’altra metà completamente elettrica, con batteria o a idrogeno”.