Sono due i video propagandistici diffusi sul web per i quali i tre membri del Consiglio centrale islamico svizzero rischiano il carcere. Ad essere accusati di violazione della legge federale contro i gruppi "al-Qaida" e "Stato islamico” sono il presidente del CCIS Nicolas Blancho, il responsabile della comunicazione Qaasim Illi e Naim Cherni, responsabile del dipartimento per la produzione culturale.
Oltre 125mila visualizzazioni
La RSI ha potuto visionare a due settimane dal processo l’atto di accusa.
Blancho è accusato di aver supportato queste organizzazioni terroristiche in modo diverso. Una volta anche quando ha presentato il video di propaganda a inizio dicembre 2015 in un hotel a Winterthur.
Illi invece è accusato tra le altre cose di aver autorizzato la pubblicazione dei video e di averli in seguito promossi sui social. I due filmati hanno ottenuto oltre 125'000 visualizzazioni su Youtube.
Entrambi sono stati girati da Naim Cherni, di nazionalità tedesca residente a Berna. Lui nel settembre del 2015 era nei territori controllati dall’Isis in Siria dove intervistò combattenti e personalità di spicco di gruppi armati terroristici.
“Lapidate i miscredenti”
Tra questi, venne intervistato anche un alto rappresentante di una frangia di al-Qaida. Abdullah Al-Muhaysini, di origini arabe, definito lo sceicco dirigente della jihad. Lui è stato coinvolto direttamente nella pianificazione di alcuni attentati suicidi del gruppo salafita Jabhat al Nusra.
Nel video, tra le altre cose, si indirizza direttamente ai giovani musulmani occidentali affinché si adoperino per la jihad violenta ed esorta alla fustigazione e alla lapidazione dei miscredenti.
Fino a 5 anni di carcere
Proprio queste registrazioni, secondo il Ministero Pubblico della Confederazione, sono state utilizzate per mettere in scena in modo propagandistico più rappresentanti di organizzazione terroristiche vietate.
Il processo si terrà il 16 e 17 maggio al Tribunale penale federale di Bellinzona. Il 25 maggio è prevista la sentenza. I tre rischiano sino a 5 anni di carcere.
Mattia Pacella