Sussistono ancora grosse differenze tra i due rami del Parlamento sulla riforma delle prestazioni complementari. Il Consiglio nazionale ha infatti ribadito martedì quasi tutte le sue posizioni, come quella di stringere la cinghia sulle prestazioni per le famiglie con bambini.
Secondo la maggioranza borghese, l'importo destinato al fabbisogno vitale generale dei primi due figli, stabilito nel calcolo delle PC a 840 franchi al mese per figlio, è infatti troppo elevato per i bambini piccoli e le famiglie con più figli.
Contro il parere della sinistra, con 130 voti contro 58 e 4 astenuti, la Camera del popolo ha di conseguenza deciso di riaffermare il seguente modello: per il primo figlio fino agli 11 anni di età sono calcolati 590 franchi al mese, in seguito 840 franchi. Per ogni figlio successivo questi importi si riducono di un sesto, fino a un minimo di 280 franchi.
Anche il consigliere federale Alain Berset ha sostenuto questo modello, basandosi su uno studio che mostra come i costi per il sostentamento dei figli vari a seconda dell'età e siano meno elevati per i bambini con meno di 11 anni. Dal canto suo, Yvonne Feri (PS/AG) ha tentato invano di convincere la maggioranza che i bambini non devono subire i tagli della riforma delle prestazioni complementari. A suo avviso, gli importi attuali dovrebbero essere mantenuti per prevenire la precarizzazione dei giovani.
ATS/ludoC