Svizzera

CO2 nel sottosuolo: possibilità limitate

Clima e stoccaggio dell'anidride carbonica in strati geologici profondi. Una tecnologia promettente, ma in Svizzera le opzioni appaiono minori del previsto

  • 2 settembre 2021, 07:54
  • 22 giugno 2023, 16:44
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RG 07.00 del 02.09.21 - Il servizio di Laura Dick

RSI Info 02.09.2021, 08:27

  • archivio keystone

Recuperare le emissioni di CO2 per poi pompare il gas nel sottosuolo e immagazzinarlo in strati geologici profondi. Si tratta, sul fronte della lotta al riscaldamento climatico, di una soluzione promettente e già applicata da anni in vari Paesi. Anche la Svizzera ha in questo senso il suo potenziale. Tuttavia, le opzioni di stoccaggio nel nostro Paese appaiono oggi minori rispetto a quanto inizialmente auspicato.

È questa la valutazione del Centro di competenza svizzero per la ricerca sulle forniture di energia (SCCER-SoE), organismo che raggruppa 25 istituzioni scientifiche, aziende industriali e autorità federali. Gli studi sulla praticabilità di questa tecnologia in Svizzera avevano dapprima dato esiti positivi. Poi però si sono notevolmente ridimensionati. Ma quali sono i presupposti necessari per ricorrere a questa soluzione? "La roccia deve avere una certa porosità, essere permeabile e infine essere ricoperta da uno strato impermeabile", osserva l'ingegner Gianfranco Guidati, manager del SCCER-SoE, intervistato dalla RSI.

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RG 12.30 del 23.07.06 - Recupero del CO2 e pompaggio nel sottosuolo: intervista di Alex Ricordi allo scienziato kuwaitiano Adnan Shihab-Eldin

RSI Info 02.09.2021, 09:42

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Quali prospettive ci sono per lo stoccaggio del CO2 nel sottosuolo elvetico? "Difficile dire quando saremo in grado di farlo anche qui", afferma Guidati. In altri Paesi, invece, la situazione è ben diversa. La Norvegia ad esempio, e già dagli anni Novanta, "inietta CO2 sotto il Mare del Nord su una scala di milioni di tonnellate all'anno", sottolinea l'esperto. Si guarda quindi alle possibilità legate all'estero. Per trasferire in futuro il CO2 recuperato in Svizzera occorrerebbe però una struttura di gasdotti analoga a quella che esiste per il gas naturale. In questo senso uno snodo ideale potrebbe essere rappresentato da Basilea: "da lì il CO2 si muoverebbe lungo il Reno per poi arrivare a Rotterdam ed essere trasportato via nave verso i punti di stoccaggio", ipotizza Guidati. Ma per costruire una rete di stoccaggio efficace, sottolinea l'esperto, occorreranno tempo, normative e collaborazioni fra i Paesi.

RG/ARi

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