Caritas, un primato che non rallegra

I 22 negozi d'alimentari della Caritas lo scorso anno hanno registrato un fatturato record di 16,1 milioni di franchi, in progressione del 22% rispetto al 2021. Per l'organizzazione non governativa, le ragioni sono due: l'inflazione e la crescita del numero di rifugiati in seguito alla guerra in Ucraina. Non c'è dunque da rallegrarsi. Si tratta infatti di un "triste record", come sottolineato in un comunicato, da Thomas Künzler, direttore della cooperativa.

L'esponente dell'ong, che fa della lotta alla povertà in Svizzera la sua priorità, precisa che "l'obiettivo dei negozi Caritas non è aumentare i ricavi, bensì rispondere alla crescente domanda". Tuttavia, ogni franco guadagnato in più aiuta a offrire prodotti a prezzi ancora più convenienti.

Nei suoi negozi (in Ticino non ne sono presenti mentre nei Grigioni ve ne è uno a Coira), Caritas propone alimenti e prodotti di uso quotidiano a prezzi ribassati per persone colpite dalla povertà. Nel 2022 complessivamente sono stati effettuati 1,06 milioni di acquisti, il 33% in più rispetto all'anno precedente. Per fare acquisti (un po' come nei centri del Tavolino Magico al sud delle Alpi) serve una tessera apposita (fornita principalmente dagli uffici sociali pubblici) che attesta lo stato di indigenza del detentore.

I negozi (Caritas Markt e Épiceries Caritas) possono contare su accordi per poter proporre costantemente prodotti convenienti con prezzi del 30-50% inferiori a quelli di mercato. Tra i partner figurano Denner, Migros, Nestlé, Lindt, Hilcona, Molkerei Lanz, Schwarzkopf e circa 400 altri fornitori.

Nel corso dell'anno passato, i negozi Caritas hanno venduto, tra le altre cose, circa 1'500 tonnellate di frutta e verdura (+30%), circa un milione di uova (+47%) e 150 tonnellate di pasta (+110%).