Svizzera

Come sta la politica svizzera?

Il popolo reclama grandi riforme e i conflitti cambiano il mondo attorno alla Confederazione: come reagiscono le istituzioni a questi cambiamenti? Due esperti a confronto

  • 6 giugno, 07:08
  • 6 giugno, 07:08
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Il sistema politico svizzero è in crisi?

Telegiornale 05.06.2024, 20:00

Di: TG/RSI Info 

Sono tempi movimentati quelli in cui naviga la Confederazione: da una parte il popolo chiede grandi riforme (come la 13esima AVS), dall’altra i conflitti squassano i vecchi equilibri e reclamano reazioni rapide. In tutto questo, come stanno le istituzioni svizzere? La politica riesce a tenere il passo di fronte alle esigenze dei cittadini e rispetto alle circostanze? La RSI lo ha chiesto a due esperti osservatori dei processi decisionali e la risposta è in chiaro-scuro.

“Sia le iniziative come la 13esima AVS, sia la guerra in Ucraina richiedono delle risposte in tempi brevi”, spiega Michael Herrmann, politologo e analista del sistema politico svizzero. “Il nostro sistema è sì capace di integrare le varie anime del paese, ma è sempre meno capace di portare avanti delle riforme. La ragione principale è la frammentazione del potere: Ogni decisione va presa a diversi livelli”.

A frenare il braccio del potere è anche la Costituzione. Questa “da un lato costringe la politica a risparmiare, dall’altro pone dei vincoli alle uscite e dall’altro ancora blocca un aumento delle imposte”, aggiunge a questo riguardo Andreas Glaser, costituzionalista dell’università di Zurigo.

Tanti vincoli e interessi che divergono - nella società e nell’economia - e il parlamento ne è lo specchio. Centrale sarebbe quindi il ruolo dei sette del governo, ma anche qui si notano delle difficoltà. “Notiamo che il Consiglio federale non ha più tanto successo”, commenta Glaser.

L’opinione di Herrmann a questo riguardo è molto più netta: “Finora nelle situazioni complesse era il Consiglio federale a tirare il carro”. Una volta “c’erano delle personalità con la volontà e la capacità si smuovere le cose”, sostiene. Ora, continua l’analista, “ho l’impressione che nella sua costellazione il Governo non sia unito o non voglia assumere questo ruolo di guida che sarebbe necessario per andare avanti”.

Il quadro che ne risulta è ancora piuttosto positivo, ma cede il fianco ad alcune critiche. “Complessivamente - sintetizza Michael Hermann - la Svizzera sta ancora bene in un contesto internazionale. Nel piccolo, tutto funziona alla perfezione, ma quando si tratta di affrontare i problemi veramente grossi, non vedo soluzioni che si delineino per lo sviluppo dell’esercito, la riforma del sistema pensionistico e la modernizzazione del sistema sanitario”.

“Questo crea un po’ di immobilismo”, ammette Glauser in conclusione, “ma forse questa è anche la forza della Svizzera: avere una certa prudenza, non essere troppo veloce, non voler fare mosse troppo arrischiate. Si può quindi vedere anche da un punto di vista più positivo”.

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