Non ci sarà un ritorno alla normalità prima dell’autunno: a dirlo è Arnaud Perrier direttore medico dell’ospedale universitario di Ginevra (HUG) in un’intervista apparsa sabato su La Tribune de Genève.
“Un paziente infettato alla fine dell’epidemia – fine maggio/inizio giugno – ci terrà occupati per diverse settimane dopo l’infezione”, ha spiegato.
I dati in Svizzera
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"A marzo siamo passati a un regime di gestione di crisi", ha indicato dal canto suo il direttore generale dell’HUG Bertrand Levrat. "Tutte le operazioni non urgenti e le consultazioni non necessarie sono state sospese per permettere di liberare letti e risorse per i malati di Covid-19".
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A questo proposito, però, diversi medici svizzeri si dicono preoccupati: con l’arrivo del coronavirus le altre malattie non sono scomparse, ma le consultazioni ad esse legate sono drasticamente diminuite. Non vedere un medico quando si soffre di problemi cardiaci seri, per esempio, potrebbe portare a conseguenze gravi. Un timore condiviso anche da Fragile, un’associazione che aiuta le persone cerebrolese, che ha rilevato una riduzione del 21,4% delle visite nei sette principali centri di trattamento cerebro-vascolare da metà marzo a oggi.
ats/mrj