Il numero dei giovani partiti dalla Svizzera per schierarsi nelle file dell'estremismo islamico ha subito un forte calo dal 2016, ciò non di meno, il pericolo legato alla radicalizzazione sussiste. Lo dimostra uno studio dell'alta scuola di scienze applicate di Winterthur, Wädenswil e Zurigo, i cui risultati sono stati pubblicati mercoledì.
RG 18.30 del 12.06.2019 La corrispondenza di Gianluca Olgiati
RSI Info 12.06.2019, 20:30
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Dall'analisi, essenzialmente basata su informazioni fornite dal Servizio delle attività informative della Confederazione, emerge che il fenomeno riguarda soprattutto ragazzi con basso livello d'istruzione e scarsa integrazione lavorativa, spesso confrontati con problemi sociali e psicologici, non di rado con un passato criminale; il 40% di loro dipende dall'assistenza sociale. Sono soprattutto concentrati nell'arco lemanico e, più in generale, in Romandia (42,3% dei casi censiti), mentre in Ticino ne sono stati segnalati solo cinque. Sul piano continentale, la loro percentuale è proporzionalmente maggiore rispetto all'Italia, ma minore guardando ad Austria, Belgio, Francia e Germania.
Il sistema penitenziario -preconizzano gli autori- deve prepararsi alle sfide derivanti dall'incarcerazione di questi individui, anche se il loro numero è esiguo. Occorrerà, ad esempio, offrire al personale corsi di specializzazione sulle conoscenze di base e le competenze necessarie per affrontare con attenzione e professionalità le persone detenute per fondamentalismo.
ATS/dg