I casi recensiti d’estremisti scoperti tra le fila dell’esercito svizzero sono molto più numerosi e preoccupanti di quanto i vertici in grigioverde vogliano far credere. Lo sottolinea domenica il Sonntagsblick. Il giornale, sfruttando la legge sulla trasparenza in vigore, ha potuto analizzare messaggi e-mail molto delicati tra l’ufficio specializzato sull’estremismo nell’esercito e lo stato maggiore militare.
In molti casi, solo la fortuna ha permesso che estremisti di destra o candidati alla jihad fossero istruiti sull’utilizzo delle armi. Un caso emblematico è avvenuto nel 2016, quando fu spedito alla scuola reclute un islamista già noto dalle autorità come un sicuro combattente di Allah. Il ragazzo aveva dichiarato di essersi già recato all’estero, forse in Siria, per combattere a favore dell’IS. Solo l’intervento di un ufficio cantonale impedì al giovane di continuare a seguire l’addestramento militare nella Confederazione.
ATS/Reuters/EnCa