Svizzera

Fiori importati e pesticidi, la situazione non è rosea

Un test di “Mise au point” ha messo in evidenza, dopo manipolazione di steli e boccioli, la presenza di 24 sostanze, di cui 6 proibite in Svizzera - Dosi basse, ma da non sottovalutare

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RG delle 12.30 del 2.12.24, il servizio di Lucia Mottini

RSI Info 02.12.2024, 12:28

  • Keystone
Di: RG/Mottini/Spi 

Sentori di veleni nei fiori importati. In Francia il caso è finito addirittura a processo, ma il fenomeno travalica le frontiere. Attraverso un test, piuttosto semplice, la trasmissione della RTS “Mise au point” ne ha fornito la prova. Un fiorista e la sua stagiare hanno portato per due giorni dei guanti di cotone durante la manipolazione dei fiori, che in questa stagione sono quasi tutti importati.

I guanti sono poi stati analizzati e i risultati hanno rivelato la presenza di numerosi pesticidi, fungicidi e diserbanti. Le sostanze individuate sono ben 24, di cui sei proibite in Svizzera. Le dosi sono molto deboli, ma per l’esperta che ha effettuato le analisi il risultato è comunque preoccupante. “Diversi prodotti sono irritanti o sensibilizzanti”, spiega Aurélie Berthet, responsabile del settore salute globale di Unisanté a Losanna. “Quindi provocano reazioni cutanee come rossori, prurito, eczema. Inoltre, sul lungo termine, anche se sono piccole dosi, possono contribuire allo sviluppo di una malattia. Difficile però stabilire un legame, visto che siamo già esposti quotidianamente a un cocktail di prodotti chimici”.

In Francia, recentemente, un tribunale ha attribuito un indennizzo a una fiorista che aveva lavorato durante la gravidanza e la cui figlia è poi morta di leucemia. È proprio quella vicenda che ha risvegliato l’attenzione nel settore. La stessa Associazione svizzera dei fioristi, ricorda Alexander Meckel, docente alla scuola per fioristi di Lullier (Ginevra), “enumera le regole che già vengono insegnate: lavarsi spesso le mani, non toccarsi il viso, non mangiare durante il lavoro, portare un grembiule. Invece i guanti per ora vengono consigliati solo per la manipolazione di fiori, che sono per natura irritanti o tossici, ma si riflette su un’estensione del loro uso”.

Da parte sua il fiorista Philippe Wuillemin, che ha partecipato all’esperimento di “Mise au Point”, parla di una maggiore responsabilizzazione dei professionisti: “Tocca a noi - spiega - interessarci maggiormente sui modi di produzione e sui marchi disponibili. È questa la direzione in cui vogliamo andare”.

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