Al Tribunale penale federale di Bellinzona si apre oggi, lunedì, un processo più unico che raro. Una multinazionale compare per la prima davanti ai giudici a Bellinzona perché accusata di aver stretto (via i suoi dipendenti) un patto corruttivo in Angola. Sul banco degli imputati compare infatti anche la società - si tratta del colosso delle materie prime Trafigura - e non solo chi lavorava per lei.
L’azienda, che ha la succursale operativa a Ginevra, è accusata di non aver messo in atto le misure di controllo necessarie per evitare il versamento di mazzette nell’ambito di contratti conclusi in Angola. I fatti risalgono al periodo fra il 2009 e il 2011, quando un funzionario del Paese africano, all’epoca diretto da José Eduardo Santos, avrebbe incassato indebitamente circa 5 milioni di franchi da un intermediario di Trafigura e da un dirigente della società (ex numero due del gruppo), per favorire lo sviluppo delle sue attività, legate al noleggio di navi e al commercio di petrolio.
Alla sbarra, e per loro vige la presunzione di innocenza, oltre a Trafigura ci sono le tre persone citate. Il processo dovrebbe durare una decina di giorni.
Quest’anno per vicende simili ci sono già state le condanne di due imprese svizzere del medesimo settore, ma in entrambi i casi per decreto di accusa e senza che si arrivasse in aula.