Svizzera

Ginevra, l’anello delle polemiche

Lo scavo del nuovo acceleratore di particelle produrrà montagne di detriti, secondo gli ambientalisti. Il CERN risponde: “la ricerca è fondamentale”

  • 16 febbraio, 18:09
  • 16 febbraio, 19:10
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Globo della Scienza e dell'Innovazione, CERN

  • Keystone
Di: ATS/Tieffe 

Desta sempre più preoccupazioni il progetto per il nuovo acceleratore di particelle del CERN. Mentre è in corso lo studio di fattibilità, le associazioni ambientaliste hanno criticato l’impatto dell’immensa struttura durante un dibattito pubblico tenutosi sabato a Collonge-Bellerive (GE)

“La costruzione del tunnel richiederà lo scavo dell’equivalente di tre piramidi di Cheope di macerie di cui non sapremo cosa fare”, ha denunciato Jean-Bernard Billeter dell’organizzazione Noé. Il dibattito, organizzato da CO-CERNés Suisse, un gruppo di associazioni ambientaliste, ha visto anche la partecipazione di Arnaud Marsollier, portavoce del CERN.

Insieme alla sua controparte francese, CO-CERNés sta cercando di capire l’impatto del futuro anello di collisione (FCC) e di mettere sul tavolo il dibattito. Lanciato nel 2014, il progetto prevede un anello transfrontaliero lungo 91,5 chilometri e profondo 200 metri, con otto uscite in superficie, di cui una sulla “rive gauche”. L’anello sostituirà l’attuale Large Hadron Collider intorno al 2045.

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I primi piani di progettazione dell'FCC, nel 2014

  • Keystone

Un elevato consumo di energia

L’FCC sarà utilizzato in due fasi fino alla fine del secolo. “L’obiettivo finale è quello di ricostituire le condizioni che esistevano subito dopo il Big Bang”, ha spiegato Arnaud Marsollier. Per raggiungere questo obiettivo, consumerà tanta elettricità quanto una città di 700’000 abitanti, in un momento in cui il clima richiede urgentemente una riduzione delle emissioni di CO2, ha insistito Billeter.

Anche il suo impatto sulla regione è stato criticato. L’emergenza prevista a Ginevra occuperà due appezzamenti agricoli e forestali a Choulex e Presinge, vicino a un sito naturale di importanza nazionale. Si teme anche l’impatto sulle falde acquifere e il rischio di terremoti. Su entrambi i lati del confine sono in corso trivellazioni esplorative per la mappatura del sottosuolo.

Il CERN risponde

Per la prima volta, un rappresentante del laboratorio di ricerca nucleare era tra i relatori del dibattito, anche se una decina di incontri di questo tipo si sono già tenuti nella vicina Francia. Le associazioni si sono rallegrate, ritenendo che la pressione dell’opinione pubblica stia cominciando a dare i suoi frutti.

Marsollier ha sottolineato che il CERN, con i suoi 17’000 fisici di 110 nazionalità, è un centro di ricerca fondamentale e unico al mondo, che permette di realizzare innovazioni al servizio della società, come il web, le immagini mediche e gli strumenti spaziali. Tuttavia, l’unicità del laboratorio di fisica potrebbe avere vita breve. Anche la Cina sta progettando il proprio primo acceleratore gigante e potrebbe battere la Svizzera sui tempi di costruzione.

I cittadini non avranno voce in capitolo

Lo studio di fattibilità tecnica dell’FCC, che dovrebbe essere completato quest’anno, determinerà i costi e i rischi del progetto. Gli Stati membri voteranno sul progetto nel 2027 o nel 2028. Tuttavia, i cittadini svizzeri e francesi non potranno opporsi tramite referendum.

A gennaio, il Consiglio federale ha avviato una procedura di consultazione sul piano settoriale del CERN, che non fa riferimento all’FCC e non è soggetto a referendum. La consigliera nazionale Delphine Klopfenstein-Broggini ha criticato questa mancanza di trasparenza, sottolineando che una parte dei diritti dei cittadini viene confiscata per un progetto internazionale sul loro territorio.

Di fronte a questo “blocco istituzionale”, rimane la possibilità di un ricorso al Tribunale federale da parte delle organizzazioni ambientaliste. I Verdi hanno presentato mozioni per chiedere uno studio sull’impatto ambientale, energetico, climatico e sociale dell’FCC. Gli oppositori sperano anche in problemi di finanziamento: la Germania ha già annunciato che non finanzierà la prima fase del progetto, stimata in 15 miliardi di franchi svizzeri.

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Notiziario

Notiziario 16.02.2025, 17:00

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