La protesta con i trattori ha varcato i confini svizzeri. I mezzi agricoli hanno raggiunto oggi, sabato, anche Ginevra e Basilea. Il settore però è diviso, tra chi spinge per scendere nelle strade com’è successo per esempio in Francia, in Germania e in altri paesi europei, e chi lo ritiene esagerato.
Negli scorsi giorni soprattutto in Romandia si erano levate alcune voci di malcontento (anche con timidi atti simbolici), al punto che l’Unione svizzera dei contadini aveva poi lanciato una petizione, rivolta alla politica e ai partner commerciali, per chiedere in sintesi tre cose: il riconoscimento degli sforzi del settore per diventare più ecosostenibile, nessun programma di risparmio e prezzi adeguati per i prodotti agricoli.
Un modo molto svizzero di manifestare il malcontento, che però non soddisfa tutti, motivo per cui oggi alcuni contadini hanno deciso di allinearsi a quanto si sta facendo in altri paesi. L’invito è arrivato principalmente dal sindacato Uniterre, mentre l’Unione svizzera preferirebbe un approccio più morbido.
I contadini non sono contenti; bisognerà vedere come decideranno di muoversi, per tutelare un mondo che rappresenta solo l’1% del Prodotto interno lordo, ma è fondamentale per l’approvvigionamento alimentare
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Telegiornale 17.02.2024, 12:30