Con 23,9 milioni di pernottamenti, per il settore alberghiero svizzero la stagione estiva 2023 è stata da record. Lo ha fatto sapere martedì l’Ufficio federale di statistica sulla base dei dati per il periodo compreso tra maggio e ottobre. Rispetto allo scorso anno, l’aumento è stato del 6,3% (si tratta di 1,4 milioni di pernottamenti in più).
Un aumento che ha interessato quasi tutte le regioni turistiche elvetiche, tranne il Ticino (dove è stato registrato un calo del 5,6%, pari a 104’000 pernottamenti) e i Grigioni (-4,4%, -117’000). Mentre è la regione di Berna quella che è cresciuta più di tutte (+13,2%, +434’000).
Nel confronto con il 2019, quindi con il periodo pre-pandemico, si osserva un aumento della domanda per tutte le regioni turistiche, a eccezione di Vaud (-1,4%) e Basilea (-0,5%).
Più stranieri, ma non ancora come nel 2019
Il record di pernottamenti della stagione estiva 2023 - come emerge dai dati dell’UST - è da ricondurre soprattutto alla crescita dei visitatori provenienti dall’estero (+17,2%). Una crescita che si osserva in particolare per i turisti asiatici (+47,3%), con la Cina in testa (+360,6%). Sono invece calati quelli dai Paesi del Golfo (-5,2%).
Anche sul fronte della domanda straniera si registra un record: i visitatori dal continente americano hanno generato 2,6 milioni di pernottamenti, con un aumento pari al 24,7%. E in questo modo è stato raggiunto, come detto, un livello record. Gli Stati Uniti hanno registrato il maggior incremento assoluto del continente, superando la soglia simbolica dei 2 milioni di pernottamenti (2,1 milioni) per la prima volta dal 1985.
Nel confronto con il 2019, la componente straniera è comunque ancora inferiore del 3,3%.
La domanda indigena, rispetto allo scorso anno, è calata (-3,4%), scendendo a 11,5 milioni. Ma resta la seconda più elevata di sempre per il periodo in questione.
Notiziario delle 10:00 del 05.12.2023
Notiziario 05.12.2023, 10:30
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