La “memoria” del Parlamento

Quella che oggi è la “memoria” del Parlamento, un tempo era la sala del Consiglio nazionale. Le telecamere del TG ci portano nell’ala ovest di Palazzo federale, dove troviamo la biblioteca.

Una biblioteca che è stata creata dopo il 1904, quando il Consiglio nazionale - che allora aveva raggiunto i 167 membri - si spostò sotto la cupola principale di Palazzo federale.

“Abbiamo molti documenti storici: dal bollettino ufficiale al facsimile della prima Costituzione del 1848, che a volte esponiamo in questi spazi” racconta Jacqueline Kucera, responsabile della biblioteca.

Ma non si tratta di un museo: è piuttosto il cuore pulsante della documentazione del legislativo. Al servizio, in primis, dei parlamentari. “Il nostro lavoro è molto richiesto. Ogni anno da parte dei parlamentari riceviamo circa 2’000 incarichi di ricerca”.

A farne uso regolare per preparare interventi, in sala e nei media, sono tre parlamentari su quattro. Clienti “fissi”, ai quali dire “no” è proibito, come spiega ancora la Kucera: “Siamo qui per i parlamentari e cerchiamo di dare il massimo. Ne va anche del nostro orgoglio professionale. A volte bisogna essere veloci e fornire dei dossier entro ventiquattro ore”.

La biblioteca del Parlamento vuole rimanere al passo coi tempi. Per farlo sta testando la “classificazione automatica” dei documenti., anche con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Già oggi è quasi tutto digitalizzato. L’obiettivo è creare un’unica piattaforma di ricerca, per permettere ai politici di trovare con estrema facilità l’atto parlamentare, con le rispettive basi legali e i testi di riferimento.