La Svizzera vuole contribuire alla protezione aerea del continente europeo. E lo vuole fare partecipando a Sky Shield, il sistema di difesa aerea europea.
L’intenzione è stata poi confermata dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). La consigliera federale Viola Amherd, a capo del dipartimento, firmerà venerdì a Berna una dichiarazione d’intenti in tal senso. Amherd sarà raggiunta a Berna dal ministro della difesa tedesco Boris Pistorius e dall'omologa austriaca Klaudia Tanner.
L’European Sky Shield Iniziative (ESSI), abbreviata in Sky Shield, è stata lanciata lo scorso anno, in agosto, dalla Germania. L’iniziativa si concretizza sullo sfondo dell’attacco russo all’Ucraina e si modella sull’analogo sistema israeliano, Iron Dome. L’idea ha trovato subito il favore di molti altri attori europei e membri NATO.
Attualmente al sistema hanno già aderito 17 Paesi: oltre alla Germania, Regno Unito, Slovacchia, Lettonia, Ungheria, Bulgaria, Belgio, Repubblica Ceca, Finlandia, Lituania, Paesi Bassi, Romania, Slovenia, Estonia, Norvegia, Danimarca e Svezia.
L’iniziativa vuole migliorare la coordinazione tra i diversi Stati partecipanti e organizzare con maggiore efficienza le forze aeree europee, sotto diversi punti di vista. Ad esempio tutto il comparto logistico dell’arma ne gioverà, potendo coordinare acquisto e manutenzione dei sistema di difesa aerea in maniera coordinata. Questo permetterebbe anche una conseguente standardizzazione di sistemi e componentistica, non attualmente garantita. Parallelamente, si starebbe anche valutando una formazione congiunta in materia di difesa aerea.
L’adesione sta già sollevando critiche in termini di politica di neutralità. A tal riguardo, la Confederazione prenderà posizione attraverso una dichiarazione aggiuntiva.