Quattro partiti hanno preso posizione dopo la decisione del Consiglio federale di non firmare, almeno per ora, il patto delle Nazioni Unite sulla migrazione in attesa del dibattito parlamentare su questa questione.
RG delle 07.00 del 22.11.2018 L'analisi di Roberto Porta
RSI Info 22.11.2018, 08:40
Contenuto audio
L'UDC afferma in un comunicato che il dietrofront del governo si deve alle crescenti pressioni politiche e anche alla imminente votazione sull'iniziativa per l'autodeterminazione. Il partito chiede comunque al Consiglio federale di presentare il patto sulla migrazione al Parlamento sotto forma di decreto soggetto a referendum: "il popolo svizzero deve poter decidere se accettare o meno l'immigrazione illimitata di migranti economici", affermano i democentristi.
Il PLR ritiene che il patto, sebbene non vincolante dal profilo giuridico, presenti implicazioni politiche che richiedono estrema cautela. È logico quindi che nel processo di decisione venga coinvolto anche il Parlamento. "La politica estera è anche politica interna": il partito si rallegra del fatto che il consigliere federale Ignazio Cassis abbia sollecitato un'analisi approfondita del patto e abbia avviato una consultazione con le commissioni di politica estera. Tiene così conto della richiesta del Legislativo di essere più spesso coinvolto in questioni di politica estera, commenta il PLR.
Reazioni negative, invece, da parte del PS. Il suo presidente, Christian Levrat, ha commentato la decisione durante la trasmissione Forum di RTS: "prima di tutto si tratta di un errore di politica estera dove ci si allinea con gente che non ha niente di raccomandabile, come la FPÖ austriaca, l'AfD tedesca, due partiti di estrema destra".
Anche i Verdi hanno espresso delusione: stando al consigliere nazionale Balthasar Glättli il Consiglio federale ha chinato la testa invece di sostenere un patto negoziato sotto la guida della Svizzera. L'intesa, secondo il parlamentare, crea per la prima volta una base comune di discussione tra i Paesi di origine, di transito e di destinazione, contribuendo a frenare l'immigrazione illegale. Gli ecologisti si dicono peraltro contrari alle richieste di sottoporre il patto a votazione. La competenza in merito, secondo la Costituzione elvetica, spetta al Governo.