Il Consiglio federale ritiene che, prima di aderire al patto mondiale delle Nazioni Unite sulla migrazione, certamente utile per dare ordine al fenomeno e contenere i flussi irregolari, debba dapprima esaurirsi il dibattito sul tema in corso alle Camere. La Svizzera non sarà quindi presente a Marrakech dove il 10 e 11 dicembre il testo verrà formalmente adottato.
L'Esecutivo, constatando che la Confederazione già ne applica i principi in linea di massima, aveva deciso in ottobre di dare il suo via libera all'approvazione del trattato, pur esprimendo alcune riserve. L'oggetto, conformemente alla legge, è quindi finito sul tavolo dei parlamentari.
Sempre sulla questione, il Governo ha deciso di proporre la bocciatura delle mozioni con cui si chiede l'adozione di un decreto che consenta al Legislativo di scegliere; un passo che è piuttosto di sua competenza.
dg
Quasi tutti i paesi hanno sostenuto il patto quando è stato approvato dall'Assemblea generale dell'ONU in luglio. Solo gli Stati Uniti si erano già dissociati. Nel frattempo hanno fatto altrettanto l'Ungheria, l'Austria, l'Australia e la Repubblica Ceca. Anche la Polonia potrebbe allungare la lista dei refrattari. La fronda interna alla Svizzera è capeggiata soprattutto dall'UDC. Martedì l'Azione per una Svizzera neutrale e indipendente ha presentato una petizione alla Cancelleria federale munita di 15'000 firme in cui invita il Governo a non firmare il documento.