Luce verde a Johnson & Johnson

Swissmedic ha concesso l'omologazione temporanea richiesta il 7 dicembre dal colosso farmaceutico Johnson & Johnson per il suo vaccino contro il COVID-19. Il prodotto, che potrà essere somministrato in Svizzera a persone di età superiore ai 18 anni, è così il terzo commerciabile nel nostro paese, dopo quelli di Pfizer/BioNTech e di Moderna.

A differenza di quanto accaduto per questi ultimi, di cui Berna ha ordinato milioni di dosi, la Confederazione non ha però finora concluso accordi con la multinazionale statunitense. Anzi, secondo quanto dichiarato dalla vicedirettrice dell'Ufficio federale della sanità pubblica, Nora Kronig, intendeva almeno per il momento rinunciare, perché il produttore non sarebbe in grado di avviare le forniture prima del terzo trimestre, troppo tardi per la campagna vaccinale elvetica.

Somministrato in una singola dose, il vaccino di Johnson & Johnson presenta anche altri vantaggi logistici: normalmente conservato congelato a una temperatura compresa tra -25 e -15% gradi, può essere trasportato anche scongelato e, sempre una volta scongelato, tenuto in frigorifero fino a 3 mesi. Non si basa sulla nuova tecnologia mRNA, ma è un vaccino vettoriale basato su un adenovirus umano.

La sua efficacia, per contro, è buona ma inferiore a quella dei concorrenti già in uso in Svizzera: si situa al 64,2% su persone dai 18 ai 64 anni e all'82,4% per i più anziani. Permette di evitare decorsi gravi e si è dimostrato efficace anche contro le mutazioni brasiliana a sudafricana. Gli effetti collaterali più comuni riportati negli studi clinici sono stati mal di testa, stanchezza, dolori nel punto di iniezione o nausea. La maggior parte delle reazioni al vaccino si è verificata entro 1-2 giorni dalla vaccinazione e la durata è stata breve.

Con l’omologazione del vaccino anti-COVID-19 di Johnson & Johnson, Swissmedic ha valutato positivamente tre domande su quattro finora presentate per i vaccini anti-COVID-19. Resta pendente quella di AstraZeneca.